È intestato a un veneziano di 72 anni lo yacht di quasi quattordici metri che giovedì è accusato di avere travolto una coppia di sub, padre e figlia, in immersione nelle acque dell’Istria, tra Pontisella e l’isola di Cosada. Come riporta il Gazzettino, purtroppo nell’impatto ha perso la vita la figlia sedicenne di un padre che aveva deciso di effettuare assieme alla figlia delle immersioni.
A un certo punto, inaspettato, l’ingresso in scena giovedì del natante, il cui arrivo e il conseguente contatto con le eliche avrebbe tranciato di netto la mano alla giovane vittima, causandole una grave emorragia. A quel punto il padre, comprensibilmente sotto shock, ha tentato di salvare la vita alla ragazzina. Senza esito. Il grosso motoscafo dopo l’accaduto è stato trattenuto dalla Capitaneria di Porto di Pola, perché sospettato di essere stata la causa della morte della giovane.
A Venezia in ogni caso quel natante non risulterebbe mai essere stato ospitato in una delle darsene lagunari. L’incidente è avvenuto in un tratto di mare in cui serve molta prudenza, poiché i sub sono molto numerosi. Purtroppo per la ragazza sedicenne non c’è stato più nulla da fare. Inevitabile che le persone a bordo del motoscafo durante la giornata di giovedì siano state interrogate, in attesa di eventuali iniziative dell’autorità giudiziaria.
Con l’incidente i sub tornano quindi all’attacco sul non rispetto da parte di numerosi diportisti delle regole basilari come ad esempio il rispettare la distanza minima di sicurezza dalla bandiera che identifica un subacqueo in immersione.
Fonte: VeneziaToday