Dalle barche ‘sartoriali’, cioè fatte su misura per l’armatore, al modello ‘pret à porter’. Mutuato dalla moda, il concetto è alla base del nuovo piano di rilancio e crescita della Vismara, marchio storico della nautica italiana, 30 anni di attività appena festeggiati, presente al salone Nautico Internazionale di Genvoa con una un ipertecnologico ed elegante 80 piedi, costruito per un armatore romano, la più grande delle barche a vela esposte.
Applicato alla nautica, il modello “prêt-à-porter” che ha fatto la fortuna dei grandi marchi della moda , spiega Alessandro Vismara, amministratore delegato del cantiere, significa barche che da un’unica piattaforma comune (scafo/coperta/attrezzature) possono essere personalizzate secondo le esigenze. Un sistema che offre i vantaggi del custom (la barca iperpersonalizzate e studiata a quattro mani con l’armatore, cavallo di battaglia della ‘griffe’ Vismara) evitandone però gli alti costi. La nuova scommessa nasce dalla recente partnership fra il antiere viareggino e la neonata società “Cose belle d’Italia”, costola della società finanziaria Europa guidata da Stefano Bennathe ha acquisito il 51% del pacchetto di maggioranza della Vismara SpA.
“Cose belle d’Italia”, spiega Alessandro Vismara , è una società, nata a gennaio, con lo scopo di ”aggregare e aiutare nel loro sviluppo le aziende di nicchia di eccellenza italiana come Alberto del Biondi, un’azienda del design nella moda, la rivista di musica classica Amadeus, la Franco Maria Ricci Artè. Ora si apre anche alla nautica. L’obiettivo è poi quello di poter poi lanciarsi sui mercati mondiali’. Secondo Vismara la cosa ‘rivoluzionaria’ è il fatto che ”il mondo della finanza abbia finalmente cambiato ottica e abbia oggi capito che esistono valori intrinsechi nella qualità e nell’eccellenza, anche per la nautica”. Ora la Vismara spa avrà la capacità economica di lanciare la nuova gamma di barche”pret à porter”. Il modello custom, ovvero la ”barca su misura”, è invce studiata appositamente per le esigenze e i gusti dell’armatore.
”All’armatore – spiega Alessandro Degl’Innocenti, responsabile commerciale .- vengono innanzitutto poste tre domande sulla barca che desidera: che ci fai, dove ci vai e con chi ci vai. Sulla base delle risposte sabbiamo che barca costruire. La produzione è ovviamente limitata: due o tre barche all’anno se si parla di 80 piedi, quattro o cinque per i 50 piedi. I clienti all’estero sono in Germania, in Russia, in Estonia, in Australia e da ultimo alle Maldive. ”La crisi l’abbiamo sentita eccome – dice Degl’Innocenti – ma è una grande soddisfazione riuscire a resistere ed arrivare a Genova a presentare la barca più grande del salone”.
Fonte: Ansa.it