Volvo Ocean Race: Scampato pericolo, la flotta divisa in due

La depressione può essere stata meno intensa del previsto, certo non lo è la lotta fra i team in regata.Oggi, decimo giorno di regata della seconda tappa della Volvo Ocean Race, i leader sono usciti da quella che inizialmente era stata definitiva come tempesta tropicale, ma che nella realtà e fortunatamente si è rivelata meno dura di quanto anticipato. La flotta si è divisa in due gruppi e i distacchi cominciano a diventare importanti.

Il quartetto di testa formato da MAPFRE, Abu Dhabi Ocean Racing, Team Brunel e Dongfeng Race Team ha oltrepassato la zona di maggiore intensità della depressione tropicale nell’Indiano sud-occidentale. Quello che inizialmente era stato definito ciclone tropicale ha prodotto venti intorno ai 30 nodi, con raffiche più intense, temporali e uno stato del mare confuso, ma nulla di veramente pericoloso per i team. Nella notte a bordo di Dongfeng Race Team si è registrata l’intensità del vento maggiore e i quattro leader hanno navigato a velocità medie intorno ai 25 nodi. Il primo a strambare è stato MAPFR Eseguito a breve da Abu Dhabi e Team Brunel.

Francisco Vignale da bordo della barca rossa degli spagnoli racconta così la notte appena passata: “Ciao a tutti! Prima di tutto, stiamo tutti bene e la tempesta tropicale non è stata tale. E’ andato tutto bene ci siamo bagnati parecchio ma il massimo del vento che abbiamo incontrato è stato sui 25 nodi, con onde di circa 3 metri. Siamo entrati nella depressione con circa 15 miglia di vantaggio su Abu Dhabi Ocean Racing e fortunatamente i temporali non ci hanno colpito come hanno fatto su Dongfeng o Brunel, e quindi abbiamo potuto guadagnare un po’ sugli inseguitori.”

Alle spalle degli spagnoli, la barca portacolori degli emirati, con lo skipper Ian Walker. “La depressione tropicale si è sviluppata come previsto. L’abbiamo gestita con molta cautela, siamo stati a ovest e non abbiamo avuto più di 32 nodi, quindi in realtà è stata una bella navigazione. Abbiamo strambato e ora ce ne stiamo allontanando. Come skipper fa sempre piacere uscire da una zona di vento forte con barca ed equipaggio in forma. E poi siamo vicini agli avversari, quindi tutto bene.” Ha dichiarato questa mattina il velista britannico.

Come risulta evidente dalla cartografia elettronica, flotta si è divisa in due tronconi, con i primi quatto che avanzano a buona velocità a nord-est di Mauritius mentre il terzetto di coda, con Team Vestas Wind, Team Alvimedica e Team SCA ha sofferto maggiormente e i distacchi cominciano a diventare importanti. I danesi di Team Vestas Wind hanno circa 110 miglia dai leader e gli americani a oltre 150 e sono stati coloro che sono passati più vicini a Mauritius, a sole 5 miglia dalla costa est dell’isola tropicale.

Racconta Amory Ross: “Le ultime ore non sono state proprio il massimo, la notte scorsa abbiamo camminato pochissimo, con vento molto leggero. e ci aspettavamo che gli avversari se ne andassero. E così è successo. E’ una follia, si fa fatica a capire. Tre giorni fa eravamo a tre miglia dai leader e adesso siamo stati “cacciati dalla porta di servizio” come dice Will (Oxley, il navigatore). Adesso dobbiamo capire come uscirne e fare delle scelte, per rimontare, e abbiamo bisogno di rimontare, di rientrare nel gioco. Più avanti ci sono ancora delle zone di condizioni variabili su cui lavorare e rimaniamo positivi, dobbiamo credere che ci siano ancora delle opportunità.”

L’equipaggio femminile di Team SCA accusa un ritardo più pesante e sta ancora navigando verso la depressione tropicale. Corinna Halloran, Onboard reporter dell’equipaggio femminile racconta così l’umore a bordo della barca rosa: “Frustrate, arrabbiate, disilluse, abbattute, stanche e bruciate dal sole. Questo è il modo migliore per descrivere Team SCA dopo le ultime 24 ore. Siamo state fagocitate da un enorme buco di vento, a un certo punto lo strumento diceva velocità inferiore a 1 nodo! Non c’è nulla di peggio di sapere che si è in una situazione senza via d’uscita, specialmente quando hai lavorato tanto duramente per cercare di evitarlo. Cerchiamo di avere un atteggiamento positivo, cerchiamo di pensare che sia solo una condizione temporanea, ma è dura. Credo che la parte più dura sia stata sapere che eravamo le sole in questa situazione. Alla fine anche Alvimedica ha avuto bonaccia, ma non è una gran consolazione, anche perché non hanno sofferto come noi.”

Alberto Bolzan racconta da bordo di Alvimedica la prima settimana della seconda tappa della Volvo Ocean Race

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