Olimpiadi 2024: l’Italia si candida, dove approderà la vela?

Alea iacta est. Il dado è tratto: l’Italia ha ufficializzato la candidatura per l’Olimpiade 2024. «Il governo è al fianco del Coni perché nel settembre del 2015 Roma presenti una candidatura ad ospitare i Giochi 2024 non per partecipare, ma per vincere…», ha annunciato il presidente del consiglio Matteo Renzi. «I problemi non devono impedirci di sognare. Non è accettabile non provarci…», ha aggiunto il premier.

Già a settembre scadranno i termini per presentare le candidature e poi ci sarà tempo fino a settembre del 2017, durante congresso del Cio di Lima, per conoscere il verdetto finale.

Il Cio, Comitato olimpico internazionale, come riporta il quotidiano La Stampa ha riscritto le regole a cui attenersi perché una città possa aspirare ad organizzare un’Olimpiade: procedure più trasparenti, veloci, economiche e che danno la possibilità di far disputare alcune discipline anche al di fuori dal luogo votato per i Giochi. La rivoluzione, impensabile soltanto pochi anni fa, trova la sua forza nella necessità di dare una risposta alla crisi di vocazione olimpica di città strozzate dai costi: dare l’assist per organizzare un’Olimpiade non solo nello spazio di pochi chilometri fra il villaggio atleti e i luoghi delle gare è una spinta per tutte quelle amministrazioni comunali che, altrimenti, non avrebbero potuto sostenere determinati sforzi economici.

Ecco quindi che il progetto prende forma e mette Roma al centro di un cerchio che però potrebbe racchiudere all’interno della propria circonferenza anche altre città, quali Firenze, Milano, Venezia, Napoli Genova e Cagliari.

Chiaro che Roma non sembra avere i requisiti per ospitare regate olimpiche. E allora ecco la corsa alla candidatura. Parole, approcci, dichiarazioni di slancio. E per tutti una sorta di biglietto da visita in carta patinata con su scritto: “Là dove il mare luccica e tira forte il vento…”. Già, ma dove?Mentre la discussione prende corpo, la Sardegna (e La Maddalena in particolare) sembra essere comunque in pole position per acquisire il diritto a ospitare le regate olimpiche. Ma, come detto, anche Napoli si fa avanti e gonfia il petto, reclamando l’evento, memore di un passato da applausi (vedi Olimpiade del ’60, un successo di pubblico e di performance). Un passo indietro, ma certamente decisa a non mollare, la Liguria.

E Venezia? Per il momento resta a guardare, ma attenzione: il fascino di una città che sorge sull’acqua potrebbe essere una cosa da non sottovalutare. E poi in questi ultimi anni l’Adriatico è stato teatro di sfide spettacolari. Quanto a strutture, almeno al momento la Serenissima sembra essere in grado di giocarsela con tutti. Staremo a vedere.

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