Pubblichiamo il racconto scritto da Pietro Boerio che con il suo Class 950 Pegasus che ha partecipato per la terza volta consecutiva alla difficile 900 Nautiques de Saint Tropez.
Il Pegasus per la terza volta partecipa alla regata più lunga del Mediterraneo, ormai si può dire che siamo dei veterani. Ma la storia inizia prima, dal disalberamento alla durissima Middle Sea Race di quest’anno.
Dopo 4 mesi di stop per la riparazione dell’ albero siamo finalmente riusciti a tornare da Pantelleria, passando da Malta a ritirare tutto quello che avevamo lasciato nel container alla partenza della Middle e godendo di un freddo più che inconsueto in quelle zone, a Catania si vedeva la neve fino a 700 metri… BrrrrrBrrrr , comunque da Gaeta verso La Spezia la situazione è decisamente migliorata. Così ci presentiamo al cantiere per lavori a carena e quant’altro dopo 800 miglia e soli 4 giorni per ripartire alla volta di Saint Tropèz, cotti e mangiati.
Poi, ancora un po’ segnati dal disalberamento, si parte per la regata. L’equipaggio è al completo: Francesco Conforto, Ruggero Bellucci, Federico Federici e il sottoscritto. Il vento teso ma non troppo da est, ottimo per il percorso 1 che ci porta a Minorca per poi passare a sud della Sardegna. Partiamo un po’ in sordina nel tratto di bolina senza sforzare troppo l’armo, curando più l’angolo che la velocità, ma quando usciamo dal golfo per andare verso Port Cross, senza pensarci tanto, su di tela e si marcia regolarmente tra i 12 e 15 nodi con code0 e tutta randa. Così ci presentiamo al mattino in testa alla flotta dei “normali ” (il Vor 70 non fa certo testo) e solo il class 40 riesce a ripassarci e passa in testa in prossimità di Minorca. Non importa, siamo nei primi tre e questo è già un bel risultato e avanti di bolina.
Così 250 miglia diventano 470 e vai di bordi con mare incrociato e due notti buie peste, la barca piatta com’è batte da paura ma la tattica funziona. Sfortunatamente però un membro dell’equipaggio da due giorni non riesce a urinare per un’infiammazione e durante la notte decidiamo di correre al più presto verso Carloforte o lì vicino per portarlo in ospedale. Fortunatamente i farmaci fanno effetto e il nostro amico riesce a liberarsi e si riparte a tutta. Il vento ruota a ovest e finalmente si corre a 15-18 nodi verso VillaSimius altro cancello obbligato. La flotta è quasi tutta avanti ma non ci si scoraggia, arriva anche il sole e scegliamo di stare al largo, ritroviamo il passo e al mattino seguente utti sono abbonacciati sotto costa, stiamo rimontando.
Capo Corso si fa vedere, sole e sempre aria fredda: mentre il meteo locale ci prospetta una botta di vento a 45 nodi da nord, cerchiamo di salire il più possibile, poi passaggio sotto l’Elba diretti verso la Giraglia e li altro che botta, una bella bonaccia per tutti fino a notte fonda. Passato il capo si raddrizza un nord est debole ma sufficiente a far viaggiare la piccola a 8-9 nodi, poi alla sera seguente ormai a 20 miglia dall’arrivo ancora bonaccia e a caccia di bave e ariette giungiamo al traguardo alle tre del mattino.
Conclusione: come al solito questa stagione rende impegnativo il giro del Mediterraneo e gli equipaggi sono messi a dura prova, peccato per il nostro compagno che senza colpa ha trasformato una regata di testa in una di coda. Siamo soddisfatti comunque per le strategie prese e per come abbiamo settato la barca. Ora ci aspettano altre prove e per prima il giro di Corsica in doppio, 151 Miglia e Giraglia per poi valutare se fare la Palermo Montecarlo in doppio o la Roma Hamameth. Staremo a vedere.