Nei giorni scorso è stata pubblicata, dalle colonne del sito del Circolo Nautico Chioggia, una bella intervista ad opera del sodalizio clodiense al campione di casa Enrico Zennaro, all’interno della quale si è fatto il punto sulla stagione in corso e i prossimi eventi.
D: Italiano Minialtura e Italiano Meteor, due titoli sfuggiti per un soffio, quali sono le tue impressioni e il tuo stato d’animo?
Zennaro: relativamente al Campionato Italiano Minialtura non ho grossi rimpianti in quanto sono contento del feeling che abbiamo avuto a bordo di Energy Solution durante le regate e sono consapevole di aver disputato un ottimo campionato. Il non aver vinto è “quasi” una cosa secondaria quando si sa di aver navigato bene. Credo che il risultato di MummyOnesia dovuto soprattutto al fatto che in 2 prove su 5 il vento è calato. Bisogna comunque ammettere che l’equipaggio di MummyOne, nonostante avesse vita facile perché non aveva mai incroci o giri di boa affollati, ha regatato bene in quanto era l’imbarcazione che doveva sempre scegliere per prima il lato giusto dove andare e praticamente non hanno mai sbagliato pur non conoscendo il campo di regata, quindi faccio i complimenti al loro equipaggio, soprattutto al tattico Pablo Soldano che è un professionista italo/argentino molto quotato. Tra i fattori interessanti da approfondire sulla vittoria di MummyOne c’è senza dubbio anche l’analisi del loro certificato di stazza che è stato ottimizzato dal progettista Matteo Polli. L’elemento che risalta di più, oltre al passaggio da spinnaker in testa d’albero a spinnaker frazionati e da motore entrobordo a fuoribordo (per rientrare nei 2000 kg massimi consentiti dalle regole minialtura), è il fatto che godevano di un vantaggio di parecchi secondi/miglio perché utilizzavano delle vele in materiale “dacron”. Di sicuro con poco vento e su piccole barche il vantaggio in termini di rating è importante mentre sull’acqua praticamente non c’è differenza. Con 6 nodi il vantaggio di MummyOne per l’utilizzo del “dacron” è stato di 11 secondi/miglio quindi di circa 40/45 secondi in ogni regata…… Le vele costano meno ma ho paura che con vento sostenuto diventino delle vele “usa e getta”. Ovviamente per avere delle forme decenti vanno fatte triradiali e non a pannelli. Sarà questo il futuro di tutti i minialtura?
Relativamente alCampionato Italiano Meteor non nascondo che l’amaro in bocca sia molto in quanto sono convinto che il titolo fosse facilmente alla nostra portata.Abbiamo dimostrato di essere veloci di bolina alla pari degli altri con poco vento mentre eravamo velocissimi dai 12 nodi in su come del resto anche in poppa praticamente in qualsiasi condizione. Gli errori principali che abbiamo commesso sono stati quasi tutti conseguenza di una pessima preparazione della barca. Alberto Tuchtan ha fatto il massimo che poteva mettendomi a disposizione addirittura un’imbarcazione comprata per l’occasione ed un nuovo gioco di vele UllmanSails che si sono dimostrate molto veloci, ma la lista di piccoli lavoretti che avevamo da fare per essere al 100% non è mai stata completata, per questioni di tempo, mettendoci in affanno fin dai primi bordi in quel di La Spezia. La mia autocritica su questa situazione è l’aver perso la lucidità e la freschezza a causa della troppa stanchezza accumulata non dall’andare in Meteor ma dal fatto che questa regata era la mia quarta regata consecutiva dopo la trasferta in Cina con l’Extreme 40, il campionato Italiano Minialtura a Chioggia ed il Campionato Mondiale Swan 60 a Scarlino.
D: Quali sono state le tue impressioni al Campionato Meteor, sulla classe e sulla barca e pensi che l’esperienza sul Meteor possa essere ripetibile, magari già il prossimo anno a Trieste?
Zennaro:la classe Meteor l’ho vista molto bene; il clima tra i regatanti è rilassato negli eventi pre e dopo regata nonostante tutti siano agguerriti in acqua. Molti equipaggi hanno al loro interno anche una componente femminile cosa che purtroppo succede sempre più raramente nei circuiti che frequento abitualmente. Ad oggi non so ancora se regaterò ancora sul Meteor e quando. La ferita è ancora fresca e ci vorrà del tempo per rimarginarla. Un equipaggio triestino mi ha chiesto di partecipare con loro alla regata in notturna che si svolgerà davanti Piazza Unità prima della Barcolana, ma purtroppo non sono disponibile per precedenti impegni altrimenti avrebbe potuto essere una regata divertente.
D: Raccontaci qualcosa sulle tue più recenti esperienze con Bronenosec e Team Lino Sonego
Zennaro: Le mie esperienze sullo Swan 60 Bronenosec e sull’Extreme 40 Lino Sonego sono una l’esatto opposto dell’altra. Nel primo caso siamo il team con più esperienza e con più budget degli altri quindi la strada per vincere per quanto sia sempre una strada difficile è una strada in discesa. Gli altri team ci prendono come punto di riferimento sia relativamente alle manovre che alla scelta delle vele. Per darvi un’idea, per disputare un campionato mondiale di 5 giorni ne ho fatti 10 a Scarlino di preparazione dove abbiamo visto le nuove vele, fotografato e fatto modificare le vele usate, ricontrollato il tuning dell’albero dopo il rimessaggio invernale ecc ecc…. Nel caso invece del progetto Extreme 40 Lino Sonego il primo nostro problema è dovuto alla nostra mancanza di esperienza nei catamarani. Le Extreme Sailing Series hanno delle regole un po’ diverse dal solito non solo per quanto riguarda i giri di boa ma anche per quanto riguarda gli allenamenti,infatti per limitare i costi ci si può allenare solo una giornata prima di ogni evento. Capirete bene quindi che la nostra esperienza la stiamo facendo in regata incrociando le altre imbarcazioni volando su uno scafo a più di 20 nodi….. Le regate devono essere molto visibili al pubblico per via dei grossi sponsor coinvolti quindi si svolgono all’interno dei portie quindi i salti di vento ed i sorpassi sono all’ordine del giorno. Sul fronte budget in questo caso siamo il team senza dubbio con meno risorse degli altri ma il problema principale al momento non sono i materiali ma siamo noi. Stiamo migliorando e spero presto riusciremo a scalare qualche posto in classifica. Sicuramente regatare a Singapore, Muscat, Qingdao con dei catamarani cosi adrenalinici è stata per me un’esperienza fantastica che ha arricchito il mio bagaglio velico e sono sicuro che queste esperienze presto mi potranno essere utili anche in altri fronti o circuiti. La prossima tappa sarà in Galles a Cardiff a metà giugno una località di solito molto ventosa.
D: Quali sono i tuoi prossimi programmi per questa stagione?
Zennaro: I miei prossimi impegni per questa stagione saranno spesso legati al circuito ExtremeSailingSeries dove mancano ancora 6 eventi: Cardiff, Hamburg, San Pietroburgo, Istambul, Trieste e Sydney. Con Bronenosec disputerò la Copa del Rey a Palma di Maiorca e la Nord Stream Race (una regata d’altura da Fleinsburg in Germania a San Pietroburgo in Russia per un totale di 800 miglia). Con il Grand Soleil 42 Race Cronos parteciperò alla regata 151 e al trofeo Gavitello D’Argento a Punta Ala. Sono in trattativa per Barcolana e Veleziana con un Maxi Yacht ma la cosa non è ancora definita quindi meglio non parlarne per questioni scaramantiche….. Una cosa un po’ insolita è il fatto che sarò uno dei selezionatori per l’evento Foiling Generation organizzato da Red Bull Italia sul Lago di Garda a Malcesine dal 8 al 12 luglio. La regata sarà disputata sui catamarani volanti modello Flying Phantom e ci potranno partecipare ragazzi di età compresa tra i 16 ed i 20 anni. I curriculum ricevuti sono stati molti e sono sicuro che l’evento sarà un successo sia per il tipo di catamarano utilizzato sia perché le manifestazioni organizzate da Red Bull sono sempre fenomenali.
D: Come sai stiamo lavorando molto su Chioggiavela senza troppe risorse, anzi pochissime, come vedi la manifestazione e cosa si potrebbe fare per aumentarne la visibilità?
Zennaro: Relativamente aChioggiavela sono convinto che la formula di eventi che coinvolge i giovani con Chioggiavela Junior, il coinvolgimento delle derive, dei Meteor, delle barche sopra i 20 anni e la regata della domenica sia un ottima formula per coinvolgere molte persone della nostra città. Il maxi schermo dello scorso anno in Piazzetta Vigo è stato molto importante affinché molte persone potessero sapere cosa stava succedendo in mare. Mi piacerebbe che la regata potesse arrivare fino davanti Piazzetta Vigo ma credo che la Capitaneria di Porto non abbia la mia stessa opinione… Temo che le cose migliori per migliorare la visibilità siano tutte purtroppo legate al budget, la necessità di un ufficio stampa, di coinvolgere per tempo personaggi di spicco, di portare imbarcazioni “attraenti”, quello che è stato fatto con Il Moro di Venezia lo scorso anno è stato eccezionale, soprattutto il coinvolgimento dei ragazzini della squadra agonistica, ma mi rendo conto che senza un adeguato budget a disposizione certe occasioni sono difficilmente ripetibili; la perdita dell’Assessore Girotto non aiuta, ha fatto molto per lo sport e per la vela, speriamo di continuare su quella strada. Io sono disponibile e spero in un mio coinvolgimento anche per l’edizione 2015, Chioggia è la mia città e mi fa piacere sia fare qualcosa per Chioggia, sia quando Chioggia fa qualcosa per la vela. Comunque credo che riportare Il Moro di Venezia a Chioggiavela sia la priorità, l’anno scorso la barca è rimasta a Chioggia per circa 3 giorni ed è stata il centro dell’attenzione di velisti, ragazzini, semplici curiosi, il “pellegrinaggio” avrebbe potuto continuare per un’altra settimana se solo ce ne fosse stata la possibilità, quindi riportare Il Moro a Chioggia è sicuramente la cosa da fare anche per il 2015.