Continuiamo – e siamo ben lieti di farlo – a riproporre le interviste che il Circolo Nautico Chioggia sta effettuando ai suoi campioni e che vengono pubblicate nel sito internet del sodalizio clodiense.
Dopo il botta e risposta con Enrico Zennaro e Silvio Sambo l’ufficio stampa del CNC è riuscito ad intercettare Silvia Zennaro in uno dei suoi rari momenti casalinghi. La campionessa di Laser femminile era appena tornata dalla prova di ISAF Sailing World di Weymouth, Medal Race sfiorata con il 12° posto in classifica dopo le qualificazioni, un po’ di delusione ma anche la soddisfazione di essere sempre la migliore delle italiane, risultato premiato proprio in quei giorni con la convocazione per il Test Event di Rio, vero campo di prova per le prossime Olimpiadi, stesso format (1 atleta per nazione) e stesso campo di regata.
D: La strada per Rio è indubbiamente lunga e faticosa, sinceramente c’è stato un momento in cui anche a leggere gli articoli e il sito federale, sembrava quasi che, nonostante tutto, Floridia Joyce incontrasse, diciamo così, più simpatie, forse perché più giovane e quindi più “interessante” in prospettiva futura; oggi direi che a forza di risultati dovresti avere convinto tutti, a che punto ti vedi nella strada per Rio?
Silvia: Quello che dico sempre è che ogni mio successo è un passetto verso la meta,ogni regata che passa è un passo verso Rio. Per adesso i miei risultati, che sono l’unica cosa veramente oggettiva, mi hanno portata fino a qui a selezionarmi per il Test Event di Agosto, proprio a Rio dove ci sarà un solo rappresentante per nazione proprio come alle Olimpiadi. Sembra che questa sia la strada giusta e spero di continuare così fino all’anno prossimo. Ovviamente la strada che mi piace è in salita, non solo dal punto di vista delle difficoltà ma anche dal punto di vista delle prestazioni, cerco sempre di migliorarmi.
D: Torniamo un po’ indietro nella tua carriera, ci sono stati anni in cui hai insistito con l’Europa quando la classe olimpica femminile era ormai diventata il Laser Radial, hai mai pensato di aver sbagliato Classe e chi o cosa ti ha convinto a passare al Laser dopo la vittoria nel Mondiale di Gravedona?
Silvia: Ho insistito con l’Europa per due motivi: il primo di natura fisica, avevo problemi alle ginocchia e pensavo che passando al Laser, barca decisamente più impegnativa dal punto di vista fisico, la situazione sarebbe peggiorata. Il secondo è che non mi vedevo pronta ad affrontare una disciplina olimpica, ho preso coraggio solo dopo aver vinto il Mondiale. Avevo bisogno di nuovi stimoli, nuove motivazioni e una nuova sfida per andare avanti.
D: Parlaci un po’ della tua vita di atleta, cosa significa in termini di impegno e sacrifici far parte della squadra nazionale?
Silvia: Beh la vita da atleta non è sicuramente noiosa come quella in ufficio ma è abbastanza faticosa. Per cominciare sono a casa al massimo 5 giorni al mese.Mi alleno quasi tutti i giorni tra barca, palestra e lavoro aerobico.Gli allenamenti in barca consistono in 3 ore di media affiancati da un allenamento a secco di almeno un’ora.Quando torno a casa studio e faccio qualche esame per non rimanere indietro con l’Università.Inoltre faccio km su km di viaggi in macchina con barca o se va bene in aereo in giro per il mondo e dopo un pò anche questo è stancante.Quindi grosso impegno e grandi sacrifici ma enormi soddisfazioni!
D: Con la vela hai girato il mondo anche se vedo che a certi livelli le località si ripetono spesso, evidentemente anche nel mondo non sono molte le location che possono ospitare certi eventi: Palma di Maiorca, Hyeres, Weymouth, Medemblik, Miami, Dubai …….. qual è il posto dove ti è piaciuto di più regatare?
Silvia: Sono stata in moltissimi posti anche se mi manca ancora l’Australia.Miami mi è piaciuto molto anche se le condizioni non mi erano molto congeniali ma mi ha insegnato qualcosa di nuovo. Il posto migliore è stato Rio dove mi sono allenata con le migliori e ho fatto il Campionato Brasiliano sempre con le top class, di sicuro non per l’acqua cristallina, ma per quello che al momento rappresenta!
D: Seguendo le tue regate abbiamo imparato a “conoscere” le tue rivali, il divario con le prime si è ridotto e a Weymouth sei arrivata a 9 punti dalla Medal race, non 30 come abbiamo erroneamente scritto nell’articolo, resta il fatto che alcune delle tue rivali sembrano veramente “mostruose”: ci fai “conoscere” un po’ meglio quelle che secondo te sono le più forti?
Silvia: La Medal è sempre vicina, perdo sempre troppi punti durante le regate, forse per la mancanza di esperienza rispetto alle mie dirette avversarie che hanno già una o più campagne olimpiche e Olimpiadi alle spalle. Ad ogni modo questo non mi demoralizza ma mi motiva a fare sempre di più è sempre del mio meglio. Come velocità a grandi linee ci sono, manca un po’ di scaltrezza e destreggiamento durante situazioni scomode.Le migliori senza ombra di dubbio sono Evi Van Acker e MaritBouwmeesterin determinate condizioni sono veramente irraggiungibili soprattutto di poppa. Le sta seguendo a ruota la danese Anne Marie Rindom che dall’anno scorso, quando non lottava per il podio, a quest’anno è molto migliorata.La svedese, JosefinOlsson, non ha quella marcia in più in velocità però regata molto bene. GintareScheidt, la lituana con la quale mi sono allenata al Garda a Maggio, sbaglia davvero molto poco.
D: Pur continuando a regatare per la Compagnia della Vela qualche anno fa sei tornata socia anche del Circolo Nautico Chioggia dove hai mosso i “primi passi” da velista, secondo noi è stato un bellissimo gesto anche di identità culturale, sembri molto legata alla tua città e al tuo ambiente
Silvia: Sicuramente mi fa piacere rappresentare il posto in cui sono nata e in cui vivo (quando sono a casa). Mi fa sempre molto piacere tornare e sentirmi veramente a casa, alla fine è un posto tranquillo che mi rilassa.
D: L’ultima domanda delle nostre interviste è sempre la stessa, l’abbiamo posta anche a Enrico e Silvio, e riguarda Chioggiavela, la manifestazione che assieme al Comune di Chioggia stiamo cercando di far crescere per imporre la vela all’attenzione di Chioggia e Chioggia all’attenzione del mondo della vela; c’è ancora tantissimo da lavorare, l’anno scorso tu eri in Piazza Vigo per una esperienza che ci manca completamente in termini di feedback perché eravamo impegnati in altro, ci dici come hai visto in generale la manifestazione e cosa si può tentare di fare per farla crescere?
Silvia: Per quanto riguarda Chioggiavela l’anno scorso ho descritto la regata tramite il tracking, cosa non facile visto che la maggior parte delle persone presenti in Piazza Vigonon capiva un discorso troppo tecnico.Penso che come manifestazione si ottima sia per farsi conoscere che per diffondere la passione della vela, forse quello che manca è il coinvolgimento degli stessi chioggiotti, dovrebbero sentirsi più partecipi di questa realtà.