1 ora, 18 minuti e 25 secondi ci sono voluti a Robertissima III per vincere la 47esima edizione della Barcolana. Super partenza per la coppia composta da Roberto Tomasini Grinover (armatore) e Vasco Vascotto (tattico) che al colpo di cannone issa tempestivamente il gennaker e prende il comando della regata. Niente ha potuto contro una Robertissima così Jena No borders Team di Mitja Kosmina e Furio Benussi che parte male e ci mette tanto per issare il gennaker e mettersi in assetto. Nonostante un sabato con condizioni meteo proibitive con raffiche anche fino a 80 nodi, gli organizzatori hanno saputo gestire la Bora e, spostando di due ore la partenza della regata, hanno fatto si che la grande festa della vela si compisse.
Dichiarazione a caldo dei protagonisti:
Grande soddisfazione nel villaggio Barcolana per Roberto Tomasini Grinover, armatore dell’imbarcazione vincitrice, che senza nascondere la gioia ha spiegato:“Emozione unica! Grande vittoria! Settimana magnifica, in mezzo agli amici. Penso che vincere quest’ultima regata (il prossimo anno verrà varato un nuovo scafo) è un regalo che abbiamo fatto a questa barca che se lo merita”.
Vasco Vascotto (tattico) una volta a terra ha dichiarato: “La Barcolana è la festa di tutti. Noi siamo contenti di aver vinto e in questa maniera, senza fortuna. Abbiamo fatto una bella regata e i nostri ragazzi hanno manovrato benissimo. Ora voglio godermi questo momento con i miei amici”.
Federico Michetti (team manager) – “Sognavo da bambino di vincere la Barcolana. Finalmente ce l’ho
fatta! Vincere la regata con più barche al mondo, alla nostra ultima regata con questa barca è
meraviglioso. Voglio godermi questa vittoria!”.
Stefano Spangaro (stratega) – “Sono felice di aver vinto oggi. La mia più bella vittoria qui alla Barcolana.
Con i miei amici, con Vasco, Roberto. Sono felicissimo”.
Cico Rapetti (albero) – “La mia prima vittoria alla Barcolana dopo i 50 anni (compiuti ieri). Regata
bellissima. Ho tanti amici-velisti triestini. Abbiamo fatto una bella regata e vinto meritatamente”.
Gli scatti di Max Ranchi