Sailing World Cup, qualcosa non funziona

Si è da poco concluso ad Abu Dhabi la Coppa del Mondo di Vela, l’evento conclusivo del circuito della Sailing World Cup che vede – o per lo meno queste sarebbero le intenzioni – sfidarsi i venti migliori atleti al mondo nelle diverse categorie.

L’evento nei giorni scorsi è stato sicuramente spunto di riflessioni per i molti media che focalizzavano l’attenzione sulla manifestazione, tra questi uno su tutti è SailRev che su un post pubblicato nel proprio blog non le manda di certo a dire a nessuno.

Ma facciamo ordine: è il 2014 quanto l’ISAF annuncia la creazione di un evento voluto con l’intento di valorizzare al meglio l’incredibile spettacolo della vela olimpica e che per quattro anni si disputerà ad Abu Dhabi, con grande copertura mediatica e un montepremi totale di 200.000 Dollari diviso tra le classi in regata e riservato ai primi tre di ogni singola disciplina. Nasce così la tappa finale della Coppa del Mondo.

Si prospetta un cambio di marcia per il nostro sport con l’inserimento per la prima di un montepremi che – letto dagli atleti – significa una vera e propria manna dal cielo. La copertura mediatica è imponente e l’inserimento di ulteriori nuovi sponsor è una cosa concreta, vista la visibilità ed il potenziale dell’evento. Le possibilità per creare finalmente un movimento importante ci sono tutte.

È il 2015 e qualcosa però non va per il verso giusto. L’Isaf Sailing World Cup di Abu Dhabi è, subito dopo l’Olimpiade – che però si svolge ogni quattro anni – l’evento più importante dell’anno, ma questo non basta a convogliare l’attenzione degli atleti e delle federazioni: Il numero di 20 atleti per classe viene raggiunto solo nel Laser maschile e femminile, mentre le due neo classi olimpiche, il Nacra e il 49er,  addirittura non riescono a raggiungere neppure il numero minimo per far disputare le regate.

Beh, se questa è la direzione che sta prendendo la vela, e la massima competizione di questo sport sembra andare in tale rotta, forse allora non vi è da stupirsi troppo se sempre più spesso le darsene si trasformano in campeggi, le regate sono sempre meno partecipate e gli appassionati preferiscono sempre più e veleggiate alla sportività e competitività delle regate.

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