Il Diporto nautico intravede la fine della crisi. Nella stagione 2015 infatti,Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nautico Nazionale, l’andamento dei contratti di ormeggio a breve ha fatto finalmente registrare un’inversione di tendenza, registrando un positivo di quattro punti percentuali nella voce ormeggi in transito.
Se riportassimo in Italia le 40.000 barche fuggite in seguito alle politiche dell’Esecutivo Monti – si legge nell’analisi – potrebbero crearsi oltre 11.600 nuovi posti di lavoro nell’indotto e nei servizi nautici.
Va specificato che il contributo del diportismo al PIL regionale è molto diverso fra le aree del Paese.
Fatta 100 la media delle regioni marittime, abbiamo: Alto Tirreno = 305, Sud = 33, Tirreno Centrale e Settentrionale = 69, Medio Alto Adriatico = 85
La nautica da diporto ha un moltiplicatore dell’occupazione di 7,4 – come affermato dall’indagine svolta da Symbola Fondazione per le qualità italiane e presentata allo scorso Salone Nautico di Genova – e attiva 181.000 posti di lavoro considerando l’intera filiera. “La portualità turistica ne è uno snodo fondamentale, ricordano i presidenti di Assomarinas, Roberto Perocchio, e di Assonat, Luciano Serra, e per troppo tempo è stata misconosicuta dalle istituzioni.