Luci, colori ed emozioni: il Maracanã è vestito a festa, si fa la storia. I cinque cerchi abbracciano il Sudamerica, è una prima volta speciale. Su il sipario, riflettori puntati, i flash illuminano uno stadio che esprime una solennità informale capace di ammaliare: Rio si trasforma in uno scintillìo festoso, i sorrisi dei campioni allargano i cuori del mondo, non solo quello sportivo. Si apre così la XXXI edizione dei Giochi Olimpici Estivi. Con un copione suggestivo e lineare: le immagini dell’oceano, della spiaggia, tratti distintivi di un lembo di terra festoso e mai banale, estroso, che riflette le meraviglie della natura in cui si specchia senza dimenticare le criticità e la povertà che sa racchiudere. E’ la genesi, l’inizio di tutto: si racconta il Brasile, tradizione carioca che si apre al mondo, il Cristo Redentore che allarga le braccia sulla Terra e su quei continenti che il movimento olimpico si prefigge di unire, oltre ogni barriera. E’ il significato dello sport che unisce, linguaggio universale che fa da grimaldello e abbatte ogni muro. E’ un 5 agosto da ascrivere negli annali: sono originali carretti floreali ad annunciare l’ingresso in campo delle 207 Nazioni. Parte la Grecia, luogo simbolo e quintessenza dei Giochi, l’incipit del movimento.
E’ un alternanza frenetica e divertente di divise modellate per lasciare il segno, per vincere la sfida dell’eleganza. L’Italia, guidata dal Capo Missione Carlo Mornati, entra alle 21.52 locali (le 2.53 in Ialia) capitanata da Federica Pellegrini, la Divina, vestita di un entusiasmo contagioso (foto Mezzelani-GMT). E’ un incredibile segno del destino che questa giornata unica e inimitabile coincida con il suo 28esimo compleanno: era scritto nelle pieghe di un libro bellissimo, l’autobiografia di una campionessa che si è divertita a mettere in bacheca titoli mondiali, europei e un oro olimpico danzando in vasca, con quello stile libero che è un marchio di fabbrica inconfondibile. Sorride Federica, il tricolore sventola per 102°, davanti agli occhi incantati del Presidente del CONI, Giovanni Malagò, del Segretario Generale, Roberto Fabbricini, del Presidente del Comitato Promotore di Roma 2024, Luca di Montezemolo, e di quel tifoso d’eccezione che sta accompagnando gli azzurri in queste ore di febbrile attesa: il Premier Matteo Renzi.
Applausi a scena aperta, la divisa EA7 di un blu elegante che non passa inosservato, le scarpe rigorosamente verdi, bianche e rosse che rubano lo sguardo. “Orgogliosa di essere la portabandiera di questa squadra, è una grande emozione. Daremo il massimo”, ricorda l’olimpionica mentre oltre 150 azzurri sfilano al suo fianco, rinnovando i contenuti di un’ambizione che ci vede quinta forza olimpica del medagliere olimpico, estivo e invernale, all time. Venti le discipline protagoniste della “marea” tricolore: canottaggio, badminton, pugilato, canoa, ciclismo, sport equestri, scherma, golf, ginnastica, pesi, judo, nuoto, tuffi, la squadra femminile della pallanuoto e quella del tennis, tiro a segno, tiro a volo, gli azzurri della vela, le due squadre della pallavolo e una delegazione del beach volley. La seconda parte della cerimonia è scivolata via con i discorsi ufficiali, il saluto del Presidente del CIO, Thomas Bach, i giuramenti canonici, la sorpresa dell’ultimo tedoforo, Vanderlei Lima, maratoneta famoso essere stato bloccato da uno spettatore in strada, nella giornata che consegnò l’oro di Atene 2004 a Baldini. Il tripode è acceso, la sfida è iniziata. Fate i vostri Giochi.
Fonte: coni.it