Dopo l’efficace esperienza del 2015, la campagna Don’t Waste Venice ritorna anche nel 2016. Una campagna, quella di Legambiente ed Ispra – con il supporto di Lush Italia (catena di saponi naturali) – che punta a ripetere il monitoraggio dei rifiuti nei canali di Venezia con l’idea di ricercare più informazioni sulla tipologia e origine dei rifiuti galleggianti (marine litter) alternando azioni di sensibilizzazione e coinvolgimento di cittadini e turisti per stimolare alla prevenzione e riduzione dei rifiuti.
I primi dati (registrati nella giornata del 10 agosto) confermano la situazione di forte criticità già riscontrata lo scorso anno a Venezia: 804 i rifiuti galleggianti nei 18 chilometri percorsi – tra l’area dell’Isola della Certosa (251) e Castello (553) – prevalentemente di plastica (ben l’87%, di cui il 25% rappresentato da mozziconi di sigarette). Per quanto riguarda la tipologia di rifiuto, molto diffusi sono i frammenti di plastica e polistirolo (23%) e in percentuali più piccole contenitori di liquidi (bottiglie, tetrapak ecc.) e parti di imballaggi.
I monitoraggi sono stati svolti dai volontari di Legambiente provenienti da tutto il mondo che stanno prendendo parte ai campi di volontariato estivi dell’associazione, ospitati questi giorni presso l’Isola della Certosa, grazie alla decennale collaborazione con il Polo Nautico Vento di Venezia.
“Il marine litter è un problema troppo spesso sottovalutato per una città come Venezia il cui rapporto con l’acqua è emblematico – spiega Luigi Lazzaro, presidente Legambiente Veneto – e dove la grande affluenza turistica e le difficoltà logistiche di fronte alle quali si trovano la municipalità e i cittadini nel gestire i rifiuti urbani rende tutto più complesso. Proprio per questo la campagna Don’t Waste Venice si pone come obiettivo non solo quello di monitorare i rifiuti galleggianti nei canali, ma di coinvolgere cittadini e turisti nella loro riduzione tramite alcune semplici buone pratiche, promuovendo comportamenti rispettosi e attenti allo stato di salute delle acque interne alla città e quelle lagunari. È ovviamente necessario che anche l’amministrazione comunale affronti finalmente la gestione e la raccolta dei rifiuti con formule innovative, al passo con i tempi e delle richieste che arrivano dalla popolazione. Proprio in quest’ottica, a ottobre verranno presentati, in collaborazione con l’amministrazione comunale, e Veritas i dati definitivi del monitoraggio, con lo scopo di elaborare un piano strategico che porti soluzioni concrete che vedano tutti coinvolti nel processo di salvaguardia di una ciità patrimonio mondiale dell’Unesco”.
Del problema della marine litter se ne occupa uno degli undici descrittori della direttiva europea 2008/56/ce nota come “Strategia Marina”. L’obiettivo, dopo aver raccolto i dati relativi a quantità e tipologia di rifiuti nell’ecosistema marino e costiero, è quello di intraprendere azioni di prevenzione e riduzione, per raggiungere il “buono stato ecologico” entro il 2020. A riprova dei livelli di criticità raggiunti in quest’ambito, basta citare i dati dell’indagine svolta da Goletta Verde – 2600 km monitorati con 205 ore di osservazione tra l’estate 2014 e 2015 – che ha registrato 2. 597 rifiuti galleggianti, di cui il 95% di plastica.