Le reliquie di Santa Barbara, Santa Patrona di tutti i marinai, sono custodite sull’isola di Burano.
Santa Barbara, infatti, è venerata come santa e martire sia dalla Chiesa cattolica che dalla Chiesa ortodossa.
La storia delle reliquie è molto interessante. Arrivarono a Venezia grazie a Maria Argyropoula, presentata come nipote degli imperatori Basilio II e Costantino VIII, durante il potere del Doge Pietro II Orseolo (991-1009), del quale sposò il figlio Giovanni.
Giovanni ricevette il titolo di Patrizio e sua moglie riuscì ad ottenere dal Doge il permesso di trasferire la reliquie della Santa a Venezia, nella Basilica di San Marco.
Nel 1009, le reliquie furono trasferite nella cappella del monastero, dove rimasero, secondo la testimonianza di Corner, fino al XVIII secolo.
Durante le distruzioni di Napoleone, le reliquie furono trasferite in un santuario presso la Chiesa di San Martino all’isola di Burano, dove sono conservate ancora oggi. In base alla legge n. 957 del 20 aprile 1949, il santuario dedicato a Santa Barbara è di proprietà, possesso e amministrazione dell’Apostoliki Diakonia della Chiesa di Grecia.
Il reliquiario, parte in argento, parte in bronzo dorato, è da attribuirsi alla prima metà del XVI secolo. Altre reliquie della Santa sono conservate a Roma nella chiesa di S. Maria in Traspontina, nell’altare a lei dedicato, e in un cofanetto del XII secolo, nel Tesoro di S. Giovanni in Laterano.
Invocata contro la morte improvvisa per fuoco (i luoghi dove vengono conservati gli esplosivi sono spesso chiamati “santabarbara” in suo onore), Santa Barbara nacque a Nicomedia nel 273 e morì martire per la sua fede cristiana, per mano del padre Dioscuro nel 306.
È patrona dei minatori, degli addetti alla preparazione e custodia degli esplosivi, degli armaioli e, più in generale, di chiunque rischi di morire di morte violenta e improvvisa.