Direttamente dal comunicato della Classe Micro pubblichiamo il resoconto di un weekend di regate sul LAgo Maggiore, per il Campionato Invernale di classe.
Le regate invernali sono sempre le più belle. Sui laghi lombardi, perlomeno, è questo il must.
Rispetto a chi sceglie di restare sulla sedia a dondolo davanti al camino, con la coperta a quadretti sulle gambe e il gatto in grembo, quelli che si impongono di spalare la neve dalla coperta per poter uscire ad allenarsi e a regatare son quelli che, la volta dopo davanti al camino, racconteranno al gatto le avventure più belle.
Questa è la terza edizione del Campionato Invernale a Belgirate e la sua terza prova è finora sempre stata una sorgente di nuove leggende. Due anni fa affondava Safira, proprio mentre risaliva di bolina a fianco di Azimut ITA-619 in raffiche che sarebbero state misurate fino a 54 nodi. L’anno scorso BELIMO ITA-80 vedeva la prova dalla boa, a cui era riuscito ad ormeggiarsi dopo aver divelto il timone in partenza. Quest’anno… anche quest’anno la leggenda continua.
D’altronde, giusto o no che poi si possa veleggiare in santa pace con almeno una quindicina di nodi costanti, se ci si alza la domenica mattina per spalare la neve davanti al tambucio e sghiacciare il pozzetto? Noi diciamo che è il minimo.
Barche in acqua, alle 11:00 tutti sulla linea. Tramontana ruotata a ENE, i suoi quattordici nodi arrivano sul campo da circa 10° e con la linea a 90° determinano un buono per la partenza a destra. A questo si aggiunge il fatto che la boa di bolina è così spostata rispetto al letto del vento (comitato distratto?) che la layline sinistra cade circa al centro della linea di partenza! Quindi… si parte a destra. Si vede bene come il ridosso del promontorio di Belgirate crei un fronte a metà del lato di bolina, con rinforzo e ochette appena scapolato l’ostacolo.
BELIMO ITA-80 a centro linea e Sam ITA-3 tutto sulla destra, entrambi i Micro della Squadra Nazionale sono in acqua quest’oggi. BELIMO interpreta male i segnali e scatta prima del via in una falsa partenza, fortunatamente il regime non è di bandiera nera e riesce a riposizionarsi dietro la linea prima del suono ufficiale. Sam è ben lanciata sulla destra ma, ostacolata da un’altra imbarcazione, deve manovrare per evitarla perdendo metri. BELIMO al centro vira subito e si porta a destra; due Surprise ingaggiati tra loro le passano sopravento, ma non c’è tattica che consenta manovre: la boa si raggiunge in monobordo, niente scherzi e dietro a soffrire, pungendo l’angolo per portarsi sopra ai rifiuti. Sam a destra in aria libera si rifà sotto a vista d’occhio, mentre a guidare la flotta verso la boa si posiziona subito Lady Nadì, il sempreverde Felci one-off che segna il passo di ogni regata.
Da centro lago in poi, avvicinandosi alla boa, il salto di vento è persistente verso destra, rischiando di portare bassi in boa entrambi i Micro mura a sinistra. Mentre Lady Nadì prosegue per la boa delle barche più grosse, BELIMO sfrutta i buoni per non virare e gira prima la boa del percorso corto, poco dietro sopraggiunge Sam. Ma mentre la prima issa e stramba, partendo in planata con tutte e tre le vele a riva, lo scafo che segue ha problemi con il tangone e perde ancora metri preziosi. Iniziano qui due regate diverse, in cui il battistrada schiaccia la poppa della barca in acqua, con la prua tutta fuori e le velocità che crescono sul GPS. L’inseguitore invece è costretto a fare angoli stretti per l’impossibilità di tenere a riva lo spinnaker, perdendo il contatto con la testa.
Bellissimo da vedere, BELIMO ITA-80 con tutta la tela a riva ha i suoi due membri di equipaggio seduti sullo spigolo di poppa, in “lavatrice” a prendere le onde mentre le velocità sfiorano e superano i 9 nodi. Gira la boa di poppa appena dietro Lady Nadì e, insieme al Melges 24 Woland, va sotto la costa piemontese a prendere i continui sinistri, tuttavia meno accentuati del solito, tanto che per la prima volta non risulta necessario fare le chicane in mezzo al campo boe ma si può virare al largo per puntare il cancello. Altra anomalia, stupisce per una volta non trovare davanti l’ILC 25 Sciatt, che naviga ancora in poppa con lo spinnaker molto strallato e, dirà radio-banchina, ha perso e recuperato un membro dell’equipaggio in acqua: alla prossima!
Sam ITA-3 in boa riesce a posizionarsi ancora davanti a Gilda, la mosca del lago, il piccolo Meteor che, alla fine, è sempre lì. Si arriva nello stesso ordine alla boa della seconda bolina, con vento in lieve calo. Dopo la poggiata, preparata con abbondante lascata di vang preliminare, è sempre una meraviglia schienare sulle onde che intanto si stanno formando, sollevando la prua e sparandosi in avanti. Tutto il guardaroba di vele di BELIMO è steso là sull’albero, con una giornata così nessuna di loro vuole stare nella borsa.
E quando tutte le cose girano per il meglio, ecco il danno. Ma non agli imprudenti battistrada, purtroppo ad alzare bandiera bianca è Sam, il cui timone inizia a dare segnali di avviso solo pochi secondi prima di staccarsi dallo specchio di poppa. Come dirà poi Biganzoli nei racconti di fine giornata: “…Non è bello”. Efficacissima sintesi.
Con le femminelle divelte ma la pala e lo specchio di poppa ancora intatti, ITA-3 ricalca le orme di BELIMO lasciate un anno prima quando ha vissuto la medesima situazione e si fa trainare ad una boa, dove aspetterà la sua nuova pala, più robusta e performante della prima, per scendere in acqua il prossimo 29 gennaio a vendicarsi sul sodale. E su Gilda, che approfitta della defaillance per segnare un punto nell’eterna sfida.
Chissà che l’ospitata di tutto l’equipaggio di Sam su BELIMO nel rientro a casa non abbia lasciato il segno? Teniamo d’occhio i nuovi progetti e prosposte dei prossimi mesi per intuirlo!