A meno di tre mesi dal via della prima tappa della Volvo Ocean Race, fissato per il 22 ottobre prossimo da Alicante, e subito prima dell’inizio della Leg Zero, Alberto Bolzan ha accettato di unirsi a Team Brunel, equipaggio guidato dall’esperto skipper olandese Bouwe Bekking, alla sua ottava partecipazione.
Bolzan, reduce dalla partecipazione alla precedente edizione con Team Alvimedica e fresco campione europeo Melges 32 con Torpyone, è già da alcune settimane impegnato a bordo del VOR 65 battente bandiera dei Paesi Bassi con il quale ha completato la Leg Zero, evento di avvicinamento alla Volvo Ocean Race 2017-2018, in terza posizione dietro agli spagnoli di MAPFRE e ai franco/cinesi di Dongfeng Race Team.
Da cosa nasce la decisione di fare per la seconda volta la Volvo Ocean Race?
Forse, perché sono matto!? Scherzi a parte, ho deciso perché è una regata che mi ha lasciato tanto. È una competizione che ho amato e odiato allo stesso tempo perché comunque ti porta al limite: non ero assolutamente convinto di voler ripetere l’esperienza ma poi, quando è arrivata la telefonata di Team Brunel, non ci ho pensato due volte. È una regata incredibile dal punto di vista delle emozioni e ora, con un po’ più d’esperienza accumulata e con un team come quello messo insieme da Bouwe Bekking, posso ambire ad un risultato importante anche sul piano sportivo.
Se dovessi sceglierne solo un aspetto, cosa ti entusiasma di più della Volvo Ocean Race?
Sceglierne solo uno non è facile, perché è una regata che ti tocca a 360 gradi. E’ un periodo lungo della vita speso su una barca. E’ una competizione che dura nove mesi. Le emozioni sono fortissime, a volte positive, a volte negative, credo però che l’aspetto che mi piace di più sia proprio relativo alla lunga competizione: almeno per me, in quanto sportivo, è qualcosa che mi esalta.
Come sei arrivato a Team Brunel e alla sua sfida?
Già nella prima telefonata Bouwe Bekking mi ha spiegato il suo progetto nel dettaglio. L’idea di unire giovani talenti e persone più d’esperienza come Bouwe stesso mi è sembrata allettante ed ho subito visto una grande potenzialità. A bordo di Team Brunel c’è talento a tutto tondo, abbiamo esperienze diverse e componenti giovani molto talentuose che vengono, e che hanno vinto come Peter Burling, la Coppa America da protagonisti. La voglia di vincere a bordo si sente fortissima, è il clima ideale per iniziare un’esperienza così.
Com’è stato tornare sul VOR 65?
La barca è bella, si naviga molto bene anche in condizioni in cui normalmente una barca non uscirebbe dal porto: si plana come diversamente si riuscirebbe a fare nella vita. Poi ci sono tutti gli aspetti tecnici della condizione della barca e le scelte tattiche, che sono una parte altrettanto affascinante. Tornare è stata una sensazione meravigliosa.
Con l’edizione 2017-2018 si ritorna al vecchio concetto, e si navigherà nei mari del Sud. Come ti senti all’idea di navigare così “in basso”?
Sono condizioni difficili, oserei dire estreme, ma sono le stesse che rendono unica questa regata e che attirano un velista verso la Volvo Ocean Race. Puoi fare oltre trenta nodi di velocità con onde gigantesche, vedere l’Oceano nella sua bellezza, perché l’Oceano del Sud è un ambiente meraviglioso dal punto di vista paesaggistico, che sa come essere estremo e non perdona errori.
Pensi che la tua seconda partecipazione possa essere di stimolo al movimento italiano per avvicinarsi a questo genere di competizioni?
Siamo una delle Nazioni in cui la vela è più sviluppata, eppure l’interesse verso regate come la Volvo Ocean Race, considerata da tutti tra gli eventi da non perdere della vela internazionale, in Italia è poco considerata. Forse non è mai stata promossa nella maniera giusta: spero che un domani l’Italia riesca a fare un suo team per esprimere tutto il suo potenziale: ci sono tanti velisti italiani che, formato un team, riuscirebbero a tener testa agli equipaggi di punta anglosassoni e francesi. E’ un peccato che un potenziale del genere venga sprecato o sfruttato solo parzialmente.
Come si sviluppa ora l’avvicinamento alla partenza della VOR, prevista per il 22 ottobre da Alicante?
Siamo in una fase di allenamento intenso, stiamo provando tante persone, cambiando almeno il 30% dell’equipaggio tra un appuntamento e l’altro, cercando la formazione ideale. Stiamo imparando e migliorando molto, i risultati nelle prove preliminari sono stati ottimi e tutti entro le top-three. Ora bisogna mantenere la testa bassa e continuare a lavorare, perché il grosso deve ancora venire.