Il Cantiere Navale Vittoria di Adria contesta la decisione del TAR di annullare la gara e ricorre

Il Cantiere Navale Vittoria di Adria (Ro), specializzata nella costruzione di unità navali militari e paramilitari fino a 100 metri di lunghezza, vincitrice, nel novembre 2016, del bando per la fornitura di 5 unità navali Sar classe 300 (con opzione per ulteriori 10 unità), destinate alla Guardia Costiera italiana, prende atto della decisione presa, ieri, dal Tar del Lazio di annullare il provvedimento di aggiudicazione definitiva dello stesso e annuncia il ricorso al Consiglio di Stato.

La decisione del Tar arriva dopo nove mesi dal ricorso dei Cantieri Navali Codecasa Due di Viareggio, specializzati nella costruzione di yacht da diporto, e 74 giorni dopo l’ultima udienza.

“Siamo rammaricati per la sentenza del Tar del Lazio – commenta Luigi Duò, presidente del Cantiere Navale Vittoria- La decisione ci appare discutibile nelle motivazioni perché basata su una interpretazione, a nostro avviso erronea, dei requisiti del bando. Per questo siamo pronti a far valere le nostre ragioni ricorrendo al Consiglio di Stato.”

“Il testo del bando richiedeva, infatti, che la proposta “derivasse da un’unità esistente” e non che dovesse essere a questa identicamente sovrapponibile come invece si comprende dalla sentenza del giudice amministrativo – prosegue il presidente Duo’- La stazione appaltante non escludeva la possibilità di apportare al modello esistente modifiche ed aggiornamenti che, pur conservando l’architettura generale e l’ingegneria di base, lo rendessero adeguato e pienamente corrispondente alle minuziose specifiche e particolari esigenze della Guardia Costiera italiana. Se ci attenessimo alla sentenza del Tar, anche la proposta presentata in sede di gara del ricorrente Codecasa Due sarebbe incompatibile con i requisiti richiesti dal bando poiché comporta dichiarate divergenze rispetto al modello su cui si basa”.

“La decisione del Tar, oltre a comportare un danno per il nostro lavoro – conclude Duo’- ha importanti conseguenze in termini di aggravio di costi per la pubblica amministrazione, e quindi per i contribuenti, e non fa altro che prolungare ancora le tempistiche relative alla fornitura delle imbarcazioni stesse che dovrebbero servire, tra le altre cose, a contrastare il drammatico fenomeno dell’immigrazione clandestina”.

Per completezza l’azienda intende riportare di seguito alcune osservazioni rispetto alla sentenza, premettendo che:

  • Il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto aveva decretato il Cantiere Vittoria vincitore della gara d’appalto poiché il progetto presentato rispondeva a tutti i parametri di qualità tecnica richiesti e l’offerta era risultata quella economicamente più vantaggiosa (ovvero 10,450 milioni di euro per la fornitura delle cinque imbarcazioni, 2,09 milioni di euro per la singola imbarcazione, contro gli 11,875 milioni di euro di Codecasa ovvero 2,375 milioni di euro a imbarcazione, con una differenza economica di 1,425 milioni di euro sulla fornitura delle cinque imbarcazioni e 4,275 milioni di euro in totale se si calcola l’opzione delle ulteriori 10 unità).
  • La proposta presentata in sede di gara da Vittoria si basa su un progetto inglese della CAMARC Ltd, realizzato da un cantiere malese in 6 esemplari per la Malaysian Maritime Enforcement Agency avente funzioni analoghe a quelle della Guardia Costiera italiana. Le modifiche apportate allo stesso sono state fatte conservando l’architettura generale e l’ingegneria di base, migliorandone inoltre prestazioni e capacità, non solo rendendolo conforme a quanto richiesto dalla stazione appaltante, ma superandone i requisiti minimi di qualità e prestazione.

Le osservazioni del Cantiere Navale Vittoria:

  • Il giudice amministrativo, concludendo che la proposta tecnica presentata e adottata dal Cantiere Vittoria in sede di gara “diverge significativamente” dal progetto di riferimento del britannico CAMARC Ltd e realizzato da un cantiere malese per la Guardia Costiera Malese, ha di fatto reinterpretato il testo del bando nonché i termini di una verifica tecnica condotta dall’Università di Genova senza tenere conto dell’aspetto tecnico ingegneristico.
  • Il testo del bando prevedeva infatti l’ammissibilità di unità “non prototipiche” e richiedeva che la proposta “derivasse da un’unità esistente”, e non che fosse identica ad un’unità esistente. La stessa commissione giudicatrice della Guardia Costiera Italiana ha stabilito che un’imbarcazione sia da considerarsi non prototipica quando lo scafo o le forme della carena e le prestazioni, non il suo allestimento, rimangono sostanzialmente invariate rispetto a un modello esistente.
  • In sostanza riconosciamo che la stazione appaltante abbia richiesto che l’imbarcazione proposta non fosse un prototipo e che derivasse da un progetto esistente ma il testo del bando e la logica sottostante a qualsiasi appalto pubblico della più ampia partecipazione, non escludeva la possibilità di apportare modifiche, aggiornamenti e upgrade necessari a migliorare le prestazioni dell’imbarcazione proposta e renderla adeguata alle specifiche e particolari esigenze della Guardia Costiera italiana.
  • Secondo l’interpretazione del Tar Lazio si sarebbe dovuto proporre in sede di gara  un progetto identico (non derivante) ad un modello esistente che fosse già in uso, magari da tantissimi anni, da una qualunque Guardia Costiera del mondo (che ha le proprie peculiari esigenze), e che al tempo stesso questo avrebbe dovuto ricalcare un capitolato di gara emesso dalla Guardia Costiera Italiana (la quale, per di più, segue nella costruzione delle proprie unità un regolamento speciale edito ad hoc dal Registro Navale Italiano). Condizioni che nessun cantiere al mondo chiaramente avrebbe potuto soddisfare.
  • Nemmeno l’unico potenziale concorrente al mondo che avrebbe potuto soddisfare l’interpretazione assurda e restrittiva della concorrenza che il TAR Lazio da’, attraverso la sentenza, al bando di gara, ovvero il Cantiere Codecasa Due, ha presentato una proposta tecnica di imbarcazioni che corrispondessero a modelli esistenti e costruiti in precedenza per una Guardia Costiera. Il Cantiere Codecasa Due infatti aveva costruito, in passato, proprio per la Guardia Costiera Italiana, imbarcazioni Sar Classe 300 basandosi su un progetto olandese. Ma neanche il ricorrente Codecasa ha presentato in sede di gara lo stesso identico progetto realizzato proprio per la Guardia Costiera Italiana.
  • Codecasa Due, infatti, nel partecipare al bando in questione sottoscriveva di impegnarsi a “realizzare le unità oggetto della presente gara sulla base del progetto Motovedetta S.A.R. Ognitempo Classe 300 Ammiraglio G. Francese realizzato in collaborazione con lo studio “W. De Vries Lentsch”. Le Motovedette saranno simili alle Motovedette S.A.R. Classe 3000 “Ammiraglio G. Francese” già costruite ma con le modifiche richieste dall’Amministrazione”.
  • Il progettista olandese di cui Codecasa Due si avvale, dichiarava, congiuntamente al Codecasa stesso, che: “viene concordato ed inteso che le nuove motovedette…saranno basate sui disegni (architettura navale e ingegneria di base) delle precedenti 22 Unità…e che il progetto ed i disegni per questa nuova Classe 300 saranno adesso modificati ed aggiornati da W. De Vries Yacht B.V. affinché siano conformi ai documenti tecnici della gara, incluso l’aumento dell’autonomia”.
  • Con l’interpretazione delle norme di partecipazione al bando compiuta dal Tar del Lazio, si esclude di fatto dal bando stesso anche il promotore del ricorso. Come dichiarato dal ricorrente e riportato di sopra, anche il cantiere viareggino ha proposto un modello solo sulla base del progetto esistente al quale, dichiara esso stesso, di dover apportare le dovute modifiche per rispettare il capitolato di gara.

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