Volvo Ocean Race, la flotta subito nel ritmo della navigazione oceanica

Dopo una partenza ad alta tensione, con le barche lanciate a oltre trenta nodi di velocità lungo la costa portoghese non appena uscite dalle acque del fiume Tago, la flotta impegnata nella Leg 2 della Volvo Ocean Race sta cominciando a prendere il ritmo.

“Non abbiamo riposato molto, si fa fatica a dormire in queste condizioni. Ne abbiamo ancora per 24 ore, poi il vento e il mare dovrebbero diminuire. E’ stata una nottata bagnata, con 30/35 nodi, e una lotta serrata. Ma per ora tutto bene.” Ha raccontato Antonio ‘Ñeti’ Cuervas-Mons, prodiere e boat captain di MAPFRE.

Sam Greenfield, l’onboard reporter di Turn the Tide on Plastic ha inviato a terra una descrizione piuttosto forte delle prime ore di navigazione della seconda tappa: “Ho visto cose folli… Un’onda ha trascinato via Bianca (Cook, la giovane velista neozelandese). Fortunatamente era legata, ma c’era talmente tanta acqua che il suo salvagente si è gonfiato. E’ rimasta sdraiata sul fondo del pozzetto, travolta da centinaia di litri di acqua. Una scena paurosa. Liz (Wardley) è riuscita a raggiungerla e l’ha aiutata. Non so come facciano a stare in coperta in queste condizioni. quando sono sceso sottocoperta avevo la bocca piena di sale e le mani che tremavano troppo per scrivere. Non trovo le parole per descrivere la forza dei ragazzi che navigano su questa barca.” 

Le condizioni dovrebbero diventare più maneggevoli nelle prossime ore ma, soprattutto navigatori ed equipaggi saranno chiamati a prendere le prime di una lunga serie di decisioni cruciali sulla lunga rotta da Lisbona a Città del Capo. Oggi infatti si capirà quanto a ovest strano disposti a spingersi i team per approcciare nella maniera migliore la zona delle calme equatoriali.

“Pensiamo di strambare ancora una volta verso ovest per guadagnare sui salti di vento” ha spiegato Juan Vila, uno dei navigatori più esperti al mondo da bordo di MAPFRE questa mattina. E infatti più tardi lo scafo rosso degli spagnoli ha strambato e, al rilevamento delle 13 UTC era quello più a ovest, fatta eccezione per Dongfeng Race Team, che aveva già puntato la prua a occidente.

Sembravano pensarla diversamente invece a bordo di Sun Hung Kai/Scallywag , dove lo skipper David Witt e il navigatore Steve Hayles puntavano decisamente verso sud e la barca con bandiera di Hong Kong era quella posizionata più a est. Ma, poco dopo il rilevamento delle ore 14, anche loro hanno strambato e passeranno a nord dell’isola portoghese. Il team guidato dall’australiano è stato anche protagonista di attimi di tensione

La flotta sta navigando verso acque familiari, dato che nella prima tappa la piccola isola di Porto Santo fungeva da boa di percorso ma, in questa seconda frazione i team sono liberi di lasciare l’arcipelago da entrambi i lati. I team dovrebbero passare in serata.

“Teniamo aperte tutte le opzioni.” Ha spiegato Simon Fisher, il navigatore di Vestas 11th Hour Racing. “Poco fa abbiamo incrociato MAPFRE e anche Dongfeng e sembra che stiano puntando a ovest.  In termini generali è la cosa da fare, ma bisogna considerare che è una tappa che dura oltre 20 giorni e vogliamo tenere d’occhio tutta la flotta. Bisogna guardare la meteo ma anche la tattica, quindi le prossime posizioni saranno da studiare bene.”

In questa prima parte della Leg 2 è importante capire che il sistema di cartografia elettronica che calcola le posizioni e la classifica provvisoria, premia le barche che sono più a sud, perché non prende in considerazione l’aspetto tattico e la situazione meteorologica ma calcola la distanza da Città del Capo. Perciò le barche posizionate più a sud e a est appaiono avvantaggiate, mentre da un punto di vista strategico lo sono quelle più a ovest.

Come ha spiegato Conrad Colman, uno del team di esperti del Race Control Centre di Alicante: “Si tratta solo di un sistema per definire le posizioni, basato su una serie di waypoint che fungono da punti di riferimento. E’ complesso non solo per il pubblico ma anche per gli stessi velisti.” Colman ha spiegato anche che i navigatori si trovano a prendere delle decisioni non facili e che avranno un effetto a medio termine. “La scelta di andare a ovest o a est deciderà le mosse dei team per i prossimi giorni. Lasciando l’isola di Madeira a nord o a sud, per evitarne la zona d’ombra con minore vento, gli equipaggi faranno una scelta, un investimento, per il futuro.”

“Dietro a Madeira c’è una zona di sottovento enorme, di diverse centinaia di miglia. E non vogliamo finirci.”Ha spiegato la skipper di Turn the Tide on Plastic Dee Caffari. “Se andiamo più a sud, verso le Canarie, c’è il rischio di una bassa pressione che potrebbe essere un problema. Tutti i calcoli dicono di andare a ovest di Madeira.”

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