Sono passate meno di 48 ore dalla partenza della Leg 4 della Volvo Ocean Race, e le diverse tattiche cominciano a vedersi nella flotta che si sta dando battaglia, risalendo lungo la costa orientale dell’Australia.
Il gruppo si è diviso in due gruppi, con una separazione di 80 miglia, mentre le barche navigano al traverso di Sydney. I franco/cinesi di Dongfeng Race Team guidano, ma con un margine risicatissimo, in queste prime fasi della quarta frazione partita martedì da Melbourne alla volta di Hong Kong. Al rilevamento delle ore 14, le velocità dei team si aggiravano sui 20 nodi e dunque continua la veloce, e bagnata, risalita dell’Australia. Vestas 11thHour Racing e i leader della classifica generale MAPFRE si trovano su un rotta più interna, a circa venti miglia dalla costa, mentre Turn the Tide on Plastic è la barca che si è portata più a est, a una settantina di miglia dalla costa.
Chris Nicholson, watch captain di team AkzoNobel, durante il collegamento con la sede di Alicante ha dichiarato che il terzetto che si trova ad est sta cercando di evitare gli effetti negativi della corrente contraria presente nella zona. “Abbiamo tenuto d’occhio il flusso di corrente (conosciuto con il nome anglosassone di eddy) per circa una settimana e ci siamo detti che se il vento si fosse disposto nella stessa direzione, avrebbe costituito un’opzione da tentare. E’ ovviamente quello che abbiamo scelto con Dongfeng e Turn the Tide. E’ positivo per il team trovarsi nelle prime posizioni ma il punto sarà rimanerci, giorno dopo giorno. Finora non abbiamo potuto dare prova delle nostre capacità.”
Qualche miglio alle spalle della barca guidata dall’olandese Simeon Tienpont, il giovane team di Dee Caffari, Turn the Tide on Plastic, spinge a fondo sfruttando la tattica disegnata dall’espertissimo navigatore inglese Brian Thompson, che ha preso il posto del francese Nico Lunven per questa tappa. “Tutto bene, vediamo tutte le barche.” Ha detto Thompson,che come Dee Caffari ha un curriculum impressionante di navigazione in equipaggio e in solitario. “E’ stata tosta, c’era tanto vento per uscire dai promontori e la scorsa notte è stata una poppa con ventone.” Ha aggiunto. “Siamo in contatto con il resto della flotta e per il momento è quello che vogliamo.” Poprio come aveva detto la triestina Francesca Clapcich prima della partenza da Melbourne. “Noi cerchiamo sempre di spingere al massimo per cercare di ottenere un beln risultato. Ovviamente un podio sarebbe un sogno, probabilmente in tappe come queste abbiamo più possibilità perché, anche se abbiamo meno esperienza, la tappa sarà più tranquilla. Poi quello che arriva, arriva ma noi cerchiamo sempre di mettere in pratica quello che abbiamo imparato.”
Questo passo veloce dovrebbe continuare anche nei giorni a venire, con la flotta che punta decisa verso nord, alimentato da una brezza favorevole creata da un sistema di alta pressione sull’Australia centrale e una depressione che si sta formando sopra la Nuova Zelanda. Con condizioni così positive, le sette barche potrebbero raggiungere l’arcipelago della Salomone, a est della Papua New Guinea e i famosi Doldrum, le calme equatoriali, in un paio di giorni.
Fino ad allora, i team stanno facendo le loro mosse per accumulare il massimo vantaggio possibile. “Dalla partenza è stato lavoro non-stop.” Ha detto la velista Stacey Jackson da bordo di Vestas 11th Hour Racing. “Abbiamo fatto diverse strambate ravvicinate con tutte le sette barche, incrociando davanti e dietro. E’ solo nelle ultime ore che ci siamo separati un po’. Il tempo dirà chi avrà avuto ragione.”