Si è concluso da pochi giorni il Campionato Europeo Optimist di Crozon-Morgat in Bretagna, manifestazione rivelatasi molto positiva per la flotta italiana che è tornata a casa con diverse medaglie al collo dei giovani atleti. Federica Contardi (Tognazzi Marine Village) si è imposta al vertice nella classifica femminile, mentre Alessandro Cortese (CV Crotone), si è affermato come vincitore nella classifica maschile. Lorenzo Pezzilli, portacolori del Circolo Velico Ravennate, ha conquistato il bronzo europeo per il secondo anno consecutivo: un risultato eccellente, come confermano le parole del Direttore Sportivo del CVR, Carlo Mazzini: “Il podio di Lorenzo all’Europeo è un risultato che rinnova la consapevolezza che nel DNA di Ravenna c’è sempre più spazio per la vela: Lorenzo è stato bravissimo a gestire le energie fisiche, mentali e il risposo, ma soprattutto a coniugare l’attività scolastica con quella sportiva. Quest’ultimo aspetto è fondamentale e devo ammettere che l’Istituto Guido Novello rappresentato dal Dirigente Scolastico, il Prof. Zinno, ha permesso di raggiungere l’obiettivo sportivo e scolastico al contempo. Ora bisogna girare pagina con la solita umiltà e partire per i futuri obbiettivi, tra cui la notizia arrivata da poco della convocazione per l’Europeo a Squadre di fine agosto”. Al rientro in Italia, abbiamo intervistato il giovane velista ravennate… Lorenzo, sei rientrato alla base solo da poche ore, quali sono le tue sensazioni su questa medaglia di bronzo? Un podio è sempre motivo d’orgoglio, e quando si riesce a raggiungerlo in una manifestazione di calibro internazionale diciamo che la felicità raddoppia. Sono fiero delle mie performance perché era tutt’altro che un Campionato “su misura” per me, con condizioni che generalmente non amo molto: il vento era leggero, rafficato e bucato, con molta corrente, ed io solitamente preferisco condizioni di vento più forte ma magari anche più stabile. Peccato per uno scivolone nell’ultima prova della serie, che sicuramente mi avrebbe permesso di essere magari un gradino più in alto sul podio. Diciamo che in un certo senso questo terzo posto, per quanto l’ho faticato, vale doppio! Ad oggi hai già all’attivo diversi anni di esperienza nella Classe Optimist, hai visto la flotta crescere in questo periodo? Assolutamente, il livello della flotta si sta alzando tantissimo, così come stanno anche crescendo i numeri. Per spiegarlo in breve, basti pensare che all’Europeo 2018 in Olanda eravamo divisi in due batterie, qui la flotta era così numerosa che ci hanno dovuto dividere in tre gruppi per permettere un ottimale svolgimento delle regate. Programmi per l’estate? Ho già ripreso gli allenamenti, gli eventi di punta saranno la Coppa AICO a Ravenna e il Campionato Italiano a Squadre, che quest’anno per noi si giocherà in casa, in quanto verrà ospitato proprio dal Circolo Velico Ravennate. Non saranno le uniche regate della stagione da qui ad ora, ma sicuramente quelle su cui ripongo più aspettative. Il 2019 potrebbe essere il tuo ultimo anno in Optimist: un anno fa ci eravamo lasciati dicendo che eri orientato verso un’imbarcazione doppia per proseguire la tua carriera. A distanza di un anno, quali sono le prospettive? L’indecisione è ancora tanta, sono ancora orientato a un’imbarcazione doppia come il 29er, ma ci sto ancora pensando perché il progetto è ancora in fase di sviluppo. Anagraficamente, potrei rimanere un altro anno in Optimist: è una decisione importante da prendere, e c’è un evento che mi attrae particolarmente. Proprio nel 2020, infatti, il Campionato del Mondo Optimist si terrà in Italia, nel campo di regata di Riva del Garda in particolare, dove in questi anni mi è capitato di fare tante regate ed allenamenti. Riuscire a salire su un podio mondiale in acque italiane sarebbe per me la realizzazione di un sogno, dopo tanti anni a bordo dell’Optimist. A Cruzon-Morgat la squadra italiana ha fatto scintille: com’è sfidarsi in acqua con quelli che sono i tuoi compagni di squadra? È una bellissima esperienza, ma conciliare l’amicizia con gli aspetti competitivi tipici dell’agonismo non sempre è facile. A terra siamo compagni di squadra, ma in acqua siamo tutti avversari: la mattina ci svegliamo nella stessa camera d’albergo, dopo qualche ora cerchiamo di arrivare alla boa con il miglior piazzamento possibile. È un equilibrio sottile, sicuramente c’è più affetto che agonismo puro nei confronti dei propri compagni. Oltre alla vela, sei uno studente modello, appena uscito con 10 all’esame di terza media: come fai a conciliare studio e agonismo? È sicuramente una bella sfida e bisogna essere molto organizzati: essere organizzato bene ti permette di fare molto, ma poi serve tanta forza di volontà per affrontare studio e allenamenti. Per me, si è rivelato molto utile talvolta rinunciare a qualche allenamento, ma dare il massimo tutte le volte che scendevo in acqua, così come studiare in tutti i momenti liberi, sempre concentrato al massimo. Un grazie va a tutti i miei professori della Scuola Media Guido Novello che mi hanno supportato in questo percorso, così come a tutto il Circolo Velico Ravennate, dai soci, agli allenatori, ai compagni di squadra, che hanno sempre fatto il tifo per me, in tutti gli eventi e in questo Campionato Europeo in particolare. |
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