Una decisione netta, personale, poi condivisa con la famiglia, lo staff tecnico federale e il gruppo sportivo delle Fiamme Gialle. Flavia Tartaglini, 35 anni, romana, da anni atleta di punta della nazionale velica italiana, azzurra alle Olimpiadi di Rio 2016 dove fu assoluta protagonista, fuori dal podio per soli 2 punti dopo una finale nella quale era partita dal primo posto, annuncia lo stop alla campagna per Tokyo 2020 e l’addio all’attività agonistica. Lo fa nel giorno del suo compleanno, con un post social che ottiene una valanga di abbracci, saluti, ringraziamenti. E auguri per il suo futuro. Che resterà nello sport, nella vela, e con la famiglia delle Fiamme Gialle.
Queste le prime parole con le quali Flavia ha spiegato la sua decisione: “Dopo Rio 2016 avevo voglia di rivincita, ho lavorato con questa motivazione in testa. Sono stati tre anni in sali e scendi di emozioni, il mio target era arrivare a fine 2019 e capire le potenzialità di puntare a una medaglia. Così alla fine mi sono guardata intorno: le rivali per il podio olimpico hanno quindici anni meno di me e il doppio della mia fame. E un’Olimpiade per onore di firma non rientra nei miei piani. Ho preferito una scelta consapevole e tutta mia.”
Parlando della sua carriera sportiva, Flavia Tartaglini ha aggiunto: “Lo sport, la vela, il windsurf mi hanno dato tantissimo. Spesso in quei periodi in cui ti svegli alle 6 e smetti di lavorare alle 20, ti chiedi “chi me lo fa fare”, la risposta sono le emozioni vissute preparando e facendo tante gare, le esperienze fatte, le amicizie profonde. Adesso posso dire con certezza: ne è valsa la pena!”
UNA CARRIERA NEL VENTO – Classe 1985, Flavia Tartaglini si scopre presto una bambina sportiva: Scherma, Pentathlon, un corso di Vela sull’Optimist. Poi il colpo di fulmine: inizia a praticare il windsurf a 15 anni. Siamo nel 2000, l’anno in cui una certa Alessandra Sensini vince la medaglia d’oro a Sydney proprio nella tavola a vela. Non è un caso se proprio quell’anno segna l’inizio dell’attività agonistica piena per Flavia, notata dai tecnici federali e inserita nei programmi di preparazione delle squadre giovanili, cui seguiranno i primi risultati di rilievo nella categoria, la nazionale, le Fiamme Gialle.
Il quadriennio successivo ad Atene 2004 è quello della crescita definitiva. Anche se davanti a lei Flavia ha sempre sua maestà Sensini, non smette di crederci, e nel 2007 si scopre da top ten mondiale. Il livello d’eccellenza nel quale resterà a lungo. Aspettando il momento giusto, che arriva alla soglia dei 30 anni, con l’approdo ai Giochi di Rio 2016 nel pieno della maturità atletica e personale. A quelle Olimpiadi Flavia conclude con un 6° posto amarissimo, una settimana di dominio vanificata da una finale difficile da dimenticare.
Eppure la forza dell’atleta si vede da quando ci si deve rialzare: alcuni dei successi più limpidi e belli di Flavia Tartaglini arrivano dopo Rio: le medaglie all’Europeo e ai Giochi del Mediterraneo, i successi in Coppa del Mondo e nel circuito Eurosaf, gli sponsor, i media, i tifosi. Per tre anni è la capitana della squadra windsurf, è il riferimento per le giovani nuove leve, il progetto tecnico è arrivare a Tokyo 2020 nel migliore stato di forma per la sua età.
Quello che è successo sul finire del 2019 lo spiega ancora lei: “Il windsurf a livello olimpico è diventato professionismo esasperato. Gli atleti oggi iniziano da giovani a vivere questa esasperazione, ci crescono, sono preparati, è una vita che ti assorbe al cento per cento. Io, a 34 anni, ho sentito che la mia voglia si esauriva, non mi ritrovavo nell’ambiente nuovo, con tante atlete della mia età che avevano smesso. Poi ci sono stati vari problemi fisici, e l’ultimo infortunio al test event in Giappone ha accelerato la mia scelta, ragionata e consapevole. Oggi sono felice.”
La Flavia Tartaglini di oggi è una risorsa preziosa dello Sport: frequenta un corso di management olimpico alla Scuola dello Sport del CONI, ha scelto insieme ai vertici del Gruppo Sportivo della Guardia di Finanza di restare nelle Fiamme Gialle, con ruoli diversi da quello agonistico, anche sfruttando la sua laurea in Scienze della comunicazione.
Vedremo ancora il suo celebre sorriso sui campi di regata, magari per commentare e raccontare storie di atleti, dall’alto della sua esperienza. “Inizia un nuovo capitolo della mia vita, come persona e donna, non più da atleta. Mai come in questo periodo penso a Rio 2016, e mi accorgo di quanto lo sport possa essere spietato, conta solo la medaglia. Eppure voglio lanciare un messaggio a tutti gli atleti e le atlete: siate voi stessi con i vostri sogni e obiettivi, continuate a divertirvi, a prendervi un po’ in giro, in mezzo a tanta fatica. Il metodo perfetto non esiste. Grazie a tutti i tifosi a chi mi ha sempre sostenuto e a chi mi ha fatto volare sull’acqua… e sempre forza Italia!”
Nei prossimi giorni altri contributi e saluti della Federazione Italiana Vela a una atleta modello la cui storia si è saldata a tanti momenti della preparazione olimpica della vela azzurra, e rappresenta un esempio luminoso di carriera sportiva nella filiera dello sviluppo federale, dai giovanissimi all’alto livello. Arrivederci Flavia!