Ripartenza della filiera Nautica, Confindustria al lavoro per l’abbattimento del rischio di contagio

In queste ore continua senza sosta il lavoro del Governo, coadiuvato dall’équipe di esperti, al fine di coordinare la gestione della ‘fase due’, quella della convivenza con il virus, ma soprattutto quella di una eventuale apertura di alcuni settori produttivi. È proprio questo il tema cruciale di queste ore, con tanti settori che stanno cercando di capire quello che sarà il prossimo futuro. Tra questi vi è senza dubbio la nautica, che con tutta la sua filiera è in grado di generare l’1 per 1000 del prodotto interno lordo nazionale, ma che ad oggi rischia anche una perdita stimata del 13,6%.

Per quanto riguarda il nostro settore alcuni semafori verdi sono già arrivati grazie al “Piano per la riapertura controllata e coordinata della filiera” redatto da Confindustria Nautica e presentato a Palazzo Chigi. L’Inail inoltre avrebbe nelle scorse ore classificate come a “basso rischio” e a “bassa integrazione sociale” l’attività delle imprese nautiche.

‘Tutto fatto, molliamo gli ormeggi e si riparte’ verrebbe quasi da dire, ma non è – purtroppo – ancora così.

Il momento è topico, la strada per la riapertura è una partita molto complicata e in queste ore verranno prese delle decisioni importanti. Il giudizio positivo di Inail è una condizione necessaria, ma non sufficiente per farci pensare che tutta la filiera produttiva della nautica dal 4 maggio potrà riaprire” ha commentato nel corso di una videoconferenza con la stampa a cui abbiamo preso parte anche noi di Velaveneta.it Roberto Neglia, il Responsabile dei Rapporti istituzionali di Confindustria Nautica.

Come ha spiegato il premier Conte attraverso un post pubblicato in giornata su Facebook “L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico. Non possiamo permetterci di tralasciare nessun particolare, perché l’allentamento porta con sé il rischio concreto di un deciso innalzamento della curva dei contagi e dobbiamo essere preparati a contenere questa risalita ai minimi livelli, in modo che il rischio del contagio risulti “tollerabile” soprattutto in considerazione della recettività delle nostre strutture ospedaliere“.

Continua Conte:”Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola impresa, il rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro che pure abbiamo predisposto per questa epidemia. Dobbiamo valutare anche i flussi dei lavoratori che la riapertura di questa impresa genera. Le percentuali di chi usa i mezzi pubblici, i mezzi privati, in quali orari, con quale densità. Come possiamo garantire all’interno dei mezzi di trasporto la distanza sociale? Come possiamo evitare che si creino sovraffollamenti, le famose “ore di punta”? Come favorire il ricorso a modalità di trasporto alternative e decongestionanti?

Ed è proprio su questo tema che Confindustria Nautica è al lavoro:”Per il prossimo futuro siamo convinti che la parola chiave sarà ‘abbattimento del rischio” spiega chi di fatto al momento sta trattando la riapertura della filiera nautica con il governo. “Proprio per questo motivo da settimane preparando un protocollo che abbia lo scopo di dimostrare che sebbene nella nautica mediamente l’impatto è basso, anche in quei rari casi dove sia alto con accorgimenti mirati lo si può abbassare” ha concluso Roberto Neglia.

In un momento così delicato per tutta l’economia del settore Confindustria Nautica, anche attraverso una lettera inviata oggi a tutti i suoi soci, ha espresso il suo disappunto per iniziative locali, che negli ultimi giorni si sono mobilitate autonomamente per richiedere un’apertura generalizzata e indifferenziata, che comprende le imprese ma anche l’utenza privata.

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