Dal 3 all’11 ottobre una mostra in Porto Vecchio racconta gli effetti nefasti dei rifiuti plastici sull’ambiente marino.
Plastic-ocene. L’antropizzazione del mare” è il titolo dell’esposizione itinerante, curata da Elisabetta Milan, artista e guida snorkeling del WWF AMP di Miramare, che dal 3 all’11 ottobre sarà allestita presso la Centrale Idrodinamica in Porto Vecchio, arricchendo l’ampia proposta della Barcolana 2020.
Grazie ad alcune grandi installazioni scenografiche, realizzate con plastiche monouso e materiali plastici raccolti sulle nostre spiagge, e corredate da pannelli informativi ricchi di spunti, la mostra “Plastic-ocene” farà riflettere i visitatori sull’impatto negativo della plastica sull’ambiente e, soprattutto, sul mare.
L’esposizione verrà inaurata sabato 3 ottobre alle 11 alla presenza dell’assessore regionale all’ambiente Fabio Scoccimarro, che presenterà nell’occasione la pulizia dei fondali del canale di Ponterosso prevista nel pomeriggio nell’ambito del progetto aMare FVG.
Tra arte e scienza
La medusa “aliena” è il simbolo dell’esposizione perché potrebbe rappresentare il futuro del mare, che sta diventando sempre più gelatinoso, se non invertiamo la tendenza all’inquinamento ed al consumo sfrenato della plastica senza pensate ad un corretto recupero e riuso.
L’artista, cresciuta nel laboratorio d’arte del nonno e del padre, si è cimentata fin da piccola in svariate forme di espressione creativa affermandosi in età adulta soprattutto nell’ambiente d’oltreoceano. Due anni fa ha dato il via al suo percorso nel mondo polimerico con Plastic-ocene. L’antropizzazione del mare, l’opera che ha ispirato il titolo della mostra. Si tratta di una installazione attraverso la quale si denuncia il rilascio in mare dei diversi materiali di consumo quotidiano, spesso monouso: matasse azzurre di fili in polipropilene simboleggiano il mare e si intrecciano a giocattoli, rasoi, bottiglie, scarpe e quanto fa parte dell’uso quotidiano. Al centro un’urna con ceneri mescolate a microplastiche, vuole rappresentare quanto in futuro verrà ritrovato dell’era geologica del Plasticocene.
Elisabetta Milan crede fermamente nel potere dell’arte e nella capacità di provocazione delle installazioni artistiche, perché toccano intimamente la sensibilità dello spettatore; ad impreziosire la rassegna sono i numerosi supporti illustrativi e informativi. L’apparato didascalico, realizzato con il contributo scientifico di WWF AMP di Miramare, illustra la minaccia ambientale e fornisce al pubblico in modo chiaro e sintetico gli strumenti per comprendere la genesi che ha ispirato il momento creativo andando a costituire una ricca cornice alla mostra d’arte.
L’esposizione è stata pensata e rivolta soprattutto ai futuri cittadini del mondo che avranno un ruolo fondamentale nel rispetto e nella salvaguardia dell’ambiente marino.
Visite e laboratori
Un ricco programma di visite guidate condotte dall’artista e di laboratori didattici curati dallo staff del WWF grazie al supporto della Regione FVG nell’ambito del progetto EcoFVG, animerà l’esposizione, che sarà visitabile gratuitamente nei due weekend con orario continuato 10.30-18 e in alcuni pomeriggi feriali, con la possibilità anche di partecipare ad alcune visite guidate con l’autrice dell’esposizione Elisabetta Milan (per piccoli gruppi e su prenotazione).
Nei pomeriggi, lo staff WWF Miramare proporrà a bambini e ragazzi favole animate per affrontare gli impatti nefasti delle plastiche e dei rifiuti sugli organismi marini e laboratori di scoperta delle macro e microplastiche, per indagare sulla loro provenienza e i processi che le originano, sui loro tempi di permanenza nell’ambiente e sui danni che provocano agli ecosistemi.
Qui gli orari e le attività giorno per giorno: https://www.barcolana.it/Calendario
Le altre tappe
Dopo questa prima tappa inaugurale a Trieste per Barcolana, la mostra itinerante proseguirà il suo viaggio a Monfalcone (Galleria Comunale d’Arte Contemporanea), a Udine (Museo Etnografico del Friuli) e a Colloredo di Monte Albano (presso la Comunità Collinare del Friuli).
“Plastic-ocene. L’antropizzazione del mare” è, infatti, una anticipazione di un progetto più ampio dal titolo “Racconti di Plastica”, ideato dall’Associazione Culturale Anthropoi XXI e i cui destinatari principali sono i bambini.
Racconti di Plastica
Nella quinta edizione di questa iniziativa le curatrici del progetto hanno voluto concentrarsi sulla plastica, elemento che ha un notevole impatto ambientale, ma è anche materia che ha condizionato e modificato il nostro stile di vita nel tentativo di migliorarla.
Attraverso le molte proposte che si andranno ad intraprendere in Regione tra il 2020 e il 2021, “Racconti di Plastica” mira a dipanare tale dualità: da un lato si vuole attirare l’attenzione di piccini e adulti sensibilizzandoli verso un uso consapevole e sostenibile dei polimeri; dall’altro si desidera sottolineare quanto di positivo emerge dalla produzione e soprattutto dal riutilizzo.
Ecco che il progetto si divide in due filoni: Plastica NO (di cui fa parte la mostra di Elisabetta Milan) e Plastica SÍ che vedrà una serie di attività (mostre, laboratori didattici rivolti all’infanzia, rappresentazioni teatrali) per rendere consapevoli quelli che saranno gli adulti di domani e dare loro un filo di speranza sul proprio futuro.
Un progetto innovativo, dunque, perché mira a non demonizzare la materia (non è colpa della plastica, infatti) quanto piuttosto ad affrontarne la conoscenza nel modo più ampio possibile coinvolgendo in questo contenitore che è “Racconti di …” le diverse realtà produttive che perseguono nella propria mission la sostenibilità.
Per tale motivo l’iniziativa è sostenuta dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dal Comune di Udine, e può vantare diverse collaborazioni oltre alla presenza di numerosi partner: oltre al WWF AMP Miramare, la Comunità Collinare del Friuli, i Comuni di Monfalcone, Tavagnacco e Trieste che ospitano le mostre, Confindustria e Confcommercio di Udine, l’azienda Moroso, Naturasì, Net S.p.A., Espressione Est e Macs, solo per citarne alcuni.
L’Associazione Culturale Anthropoi XXI di Udine, nata nel 2014, opera nel settore della promozione e incentivazione della formazione dei bambini nei settori paesaggistico, artistico, storico, creando delle reti di collaborazioni ad ampio spettro per avvicinare le realtà culturali, ambientali e produttive del Friuli Venezia Giulia ai fanciulli e alle loro famiglie.