L’attività 2020 della Capitaneria di Porto di Chioggia

L’inizio dell’anno è solitamente periodo di “bilanci”, e la Capitaneria di Porto di Chioggia espone il proprio.

Nonostante l’anomalia del 2020 rispetto a tutti gli anni pregressi, a causa della nota emergenza sanitaria dovuta al contagio pandemico da COVID-19, l’Amministrazione marittima di Chioggia al comando del Capitano di Fregata (CP) Michele MESSINA, ha mantenuto inalterati i servizi pubblici resi all’utenza, grazie ad una repentina e costante riorganizzazione dei propri uffici, delle presenze del personale e delle modalità di interfaccia con il pubblico e le altre amministrazioni.

D’altronde i traffici marittimi, asserisce il Comandante MESSINA, non hanno mai interrotto la loro attività, ed il porto di Chioggia, così come il terminal di rigassificazione “Adriatic LNG.”, hanno costantemente ed incessantemente ricevuto navi; per quanto il primo con una contrazione di circa il 30% rispetto all’anno precedente. Ne consegue identica attività amministrativa e di controllo posta in essere dal personale della Capitaneria, con un aggravio nella trattazione delle pratiche dovuta all’esigenza di limitare al minimo le presenze del personale in sede, con il ricorso allo “smart working”, oltre alla diversa modalità di ricezione dell’utenza e delle relative istanze presentate (predisposizione di appuntamenti telefonici, prenotazione di quelli in presenza, ricorso a video conferenze, etc…).

Ciò nonostante l’attività di monitoraggio e controllo compiuta ha consentito il mantenimento dei consueti standard di sicurezza nei traffici marittimi insistenti su Chioggia, nonché delle operazioni portuali, garantendo al territorio ed alla comunità locale, oltre che al sistema Paese, l’approvvigionamento energetico, di beni e di materiali.

Nell’importantissimo settore della sicurezza della navigazione, la Capitaneria di Porto ha effettuato, con il proprio personale qualificato, 20 ispezioni P.S.C. (Port State Control, rivolte cioè a navi battenti bandiera estera) e 130 ispezioni F.S.C. (Flag State Control, dirette a naviglio nazionale), garantendo gli standard dettati a livello internazionale di sicurezza per l’approdo nei porti italiani, a tutela dell’ecosistema marino, costiero e lagunare, oltre che delle infrastrutture portuali.

L’operato della Capitaneria di Chioggia ha interessato, come sempre, anche il personale marittimo, mantenendo inalterati servizi prestati al comparto della pesca ed agli iscritti alle matricole della gente di mare. In una città come Chioggia, che può vantare la prima flotta peschereccia d’Italia per tonnellaggio complessivo iscritto, questo ha significato rendere alla comunità clodiense, in un periodo denso di difficoltà, un efficiente sportello amministrativo che cura la vita lavorativa del marittimo dalla sua iscrizione, al conseguimento dei titoli professionali (71 nel 2020) al conteggio dei periodi d’imbarco indispensabili al riconoscimento pensionistico del lavoro svolto (117 gli estratti matricola nell’anno). Parimenti, per il comparto della pesca la Capitaneria ha consentito con tempestività l’istruzione delle pratiche amministrative funzionali all’accesso alle misure economiche governative di sostegno al mondo della pesca ed alle sue imprese (341 pratiche complessive di “fermo pesca”, di cui 89 ordinarie e 252 straordinarie per l’emergenza COVID-19, evase in pochi mesi).

Lungo la filiera della pesca, a tutela del consumatore, delle specie ittiche, nonché della corretta concorrenza tra imprese, il personale della Capitaneria di Chioggia ha effettuato ben 300 controlli complessivi, suddivisi in misura analoga tra quelli espletati in mare ed in porto a bordo dei pescherecci, quelli relativi al commercio (dai mercati ittici, ai grossisti, dettaglianti e locali di ristorazione) ed infine ai vettori di trasporto con l’ispezione su strada dei veicoli.

Le attività di vigilanza e controllo nelle varie materie di competenza, spesso anche in sinergia con altre forze di polizia, ha dato luogo complessivamente all’accertamento di 300 violazioni, già pagate dal contravventore in oltre il 89% dei casi, contestate nel 9% dei casi con scritti difensivi e poi conclusi con il pagamento dell’ordinanza d’ingiunzione, e solo per circa il 2% dei casi impugnati presso l’Autorità Giudiziaria e ivi pendenti. Questo a riprova dell’efficienza dall’Amministrazione, sia nella bontà sostanziale degli accertamenti esperiti che nella correttezza nelle procedure adottate.

La componente operativa in mare, aggiunge il Comandante Messina, ha portato a termine favorevolmente ventotto soccorsi in mare, con più di duecento missioni in appena sessanta giorni durante l’operazione stagionale “Mare Sicuro”, per un totale di quattromila controlli a tutela della vita umana in mare, nonché della sicurezza della navigazione, a favore di bagnanti e diportisti. Grande impegno anche per garantire la sicurezza della navigazione durante le operazioni di innalzamento sperimentale delle paratoie del sistema “MoSE”, di assoluta novità rispetto agli anni passati, con il mantenimento dell’assetto SAR sia all’interno che all’esterno dell’ambito lagunare.     

Ancora, oltre ai consueti controlli finalizzati al rispetto degli atti concessori, a tutela degli arenili, liberi e del libero accesso al mare, il personale della Capitaneria di Chioggia ha proseguito nei procedimenti amministrativi di delimitazione demaniale per gli edifici insistenti nel porto commerciale di Val da Rio, e, nonostante le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria, sono anche state avviate le procedure di delimitazione delle aree demaniali insistenti nell’ambito delle lagune di Boccasette, di Canarin, della Vallona, e della Sacca di Scardovari.

Infine la Capitaneria di Chioggia nel mantenere contenuta l’ancora attuale situazione pandemica ha più volte collaborato su iniziative intraprese dalle locali Prefetture, partecipato ai dispositivi di vigilanza sul rispetto delle norme poste a contrasto dell’emergenza sanitaria COVID-19 per la Prefettura di Venezia, ed operato, anche su precipuo mandato di quella di Rovigo, per la definizione della natura giuridica di aree marittime, nel Polesine, di cui risultava incerta la demanialità.

Tutto quanto ciò, conclude il Comandante, non sarebbe stato possibile senza lo straordinario impegno, professionalità e altissimo senso del dovere istituzionale del proprio personale militare e civile, che, anche se non privo di grandissime difficoltà dovute al grave stato di emergenza, ha saputo mantenere inalterato il proprio obiettivo al servizio della collettività.  

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