Nonostante il lockdown in cui tutta la zona di Auckland è improvvisamente piombata dopo la scoperta di tre nuovi casi di Covid-19, il 24 febbraio conosceremo comunque il vincitore della Prada Cup, e di conseguenza il prossimo sfidante della 36ª America’s Cup.
Intendiamoci subito, un lockdown improvviso di sole 72 ore, per “appena” tre nuovi casi in Nuova Zelanda è cosa normale e le chiacchiere social sull’idea trovata per favorire gli inglesi lasciamole pure nei social con dominio .it.
Il regolamento della Prada Cup, come dicevamo, prevede infatti che la data del 24/2 sia il termine ultimo per disputare match della finale e che in quel giorno si assegni anche il trofeo, a prescindere del numero delle prove effettuate. Fonti affidabili da noi contattate e ben vicine all’organizzazione dell’evento ci allertano che però al momento potremmo anche aspettarci sorprese in tal senso.
Certo è che se la Prada Cup finisse davvero il prossimo mercoledì gli inglesi avrebbero tutto l’interessare a poter regatare quanto prima. Ricordiamo infatti che durante il lockdown anche gli allenamenti sono vietati e la prima giornata utile per scendere nuovamente in acqua potrebbe essere quella di giovedì 18 febbraio.
Lo slittamento del termine ultimo per la conclusione della kermesse permetterebbe invece agli inglesi di avere un lasso di spazio maggiore per provare ad effettuare modifiche alla barca ed ai sistemi, nel disperato tentativo di recuperare lo svantaggio fin qui accumulato.
Insomma, nulla di creato a tavolino, ma sfruttando l’occasione del lockdown Ineos starebbe cercando di trarre vantaggio e recuperare “l’unica cosa che in Coppa non si può comprare: il tempo“.
Insomma, avvocati e tribunali sono avvisati, si preparino!