Al Salone Nautico Venezia protagonista è l’eccellenza della cantieristica veneziana

Al Salone Nautico Venezia protagonista è l’eccellenza della cantieristica veneziana. Nella Tesa delle Nappe 91 – una delle tre tese comunicanti dell’Arsenale – espongono le proprie imbarcazioni alcuni tra i più famosi cantieri della città, che da anni si occupano del restauro e nuova costruzione di imbarcazioni tipiche della tradizione della laguna, un lavoro artigianale che richiede maestria e pazienza. Questa antica tradizione viene oggi affiancata anche dalla realizzazione di natanti di moderna concezione, dal punto di vista della progettazione e dei materiali.

Come ricorda il consigliere delegato alla Tutela delle Tradizioni del Comune di Venezia, Giovanni Giusto, Venezia si è sempre contraddistinta negli anni in quella che è la sua storica specialità: quella di fruire di quell’ambiente che l’ha sempre tutelata, che è quindi la navigazione. “Venezia nella sua storia ha sempre dimostrato di essere sempre un passo avanti agli altri nella costruzione delle imbarcazioni – spiega Giusto – Le nostre navi erano infallibili e le più veloci e un motivo c’era: la conoscenza della costruzione, quindi della cantieristica vera e propria, che deve assolutamente avere continuità perché fintantoché attraverso la cantieristica continueremo ad imporci Venezia avrà una sua continuità nella storia, che è la cosa più importante. Al Salone Nautico abbiamo presente quella che è la dichiarazione di questa continuità attraverso quei cantieri che ancora oggi costruiscono le imbarcazioni in legno soprattutto con la sapienza ereditata da chi ha iniziato la nostra storia. Ecco perché era impossibile pensare a un Salone Nautico senza la cantieristica locale che orgogliosamente ci rappresenta: possiamo quasi dire che tutto il resto sia partito da quella. Quindi non è un vantarsi, ma un dichiarare – attraverso quella che è ancora presente – la nostra grande arte che è quella non solo di saper galleggiare ma essere differenti e avanti un passo rispetto agli altri. In poche parole: la cantieristica veneziana”. 

Il direttore di Vela e del Salone Fabrizio D’Oria aggiunge: “abbiamo fortemente voluto questa sezione del Salone, perché la tradizione millenaria della nostra produzione navale trova così la sua migliore occasione di essere mostrata al mondo in una sede frequentata da un pubblico che sa apprezzare la qualità”. 

Dino Tagliapietra, fondatore dell’omonimo cantiere che ha sede alla Giudecca, ricorda quando la cantieristica veneziana era esclusivamente basata sul legno. “È dall’età di 11 anni che sono in mezzo al legno, avrei potuto fare barche con uno stampo in vetroresina già 30 anni fa ma io credo ancora nel legno – spiega – Una delle ultime soddisfazioni che abbiamo avuto come cantiere è stata la presentazione di una barca dei Vigili del Fuoco che verrà consegnata giovedì prossimo ed è stata finanziata dal gruppo Armani. Le barche dei vigili del fuoco le fanno ancora in legno perché la robustezza è superiore a tutto il resto delle imbarcazioni”.

Il giovanissimo Jacopo Mazzega è direttore del cantiere nautico Agostino Amadi di Burano, che trae le sue origini da un’antica famiglia di costruttori di barche per Venezia e le sue isole, risalente ai primi anni del ‘700. “Mio padre mi ha trasmesso la passione per le barche fin da piccolo e sono fortunato ad essere stato da sempre coinvolto in questo ambiente – dice – poi essere al Salone Nautico è un’esperienza che non capita tutti i giorni”. 

Il cantiere Casaril, che conta oltre cento anni di attività, espone in una delle darsene dell’Arsenale l’imbarcazione d’epoca in legno Nicopeja, costruita nel 1901 da cantieri Belfleur in Normandia, e restaurata con cura e dedizione dal titolare Luca Casaril. “Ci ho messo quattro anni e più di 4mila ore di lavoro – spiega – la Nicopeja è forse l’esempio più bello di quello che facciamo. Una delle maggiori problematiche che si riscontrano oggi è che di queste barche ce ne sono poche in giro perché è difficile ormai trovare appassionati di barche d’epoca, sono in controtendenza con il gusto attuale, oltre al fatto che costano di più rispetto a una barca delle stesse dimensioni in plastica”. In mostra anche un esempio dell’attenuatore d’onda che insieme al socio Claudio Berti il cantiere ha prototipato e prodotto per contrastare il moto ondoso. 

Tra gli espositori anche il cantiere Basi di Castello, fresco di apertura, che conta solo due anni e mezzo di vita. “Qui esponiamo la gondola, che è l’imbarcazione tipica di Venezia e che necessita di anni di esperienza per realizzarla – racconta Marco Baccima la prima imbarcazione che abbiamo fatto è una caorlina, che è andata in Germania perché a Francoforte esiste un istituto scolastico che ha inserito la “voga alla veneta” come materia di studio”. 

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