Cresce l'export della cantieristica, molto bene superyacht, accessori e motori
La stima di crescita del fatturato globale dell’industria italiana della nautica indica un valore di +23,8% per l’anno solare 2021, con un range di variazione del ±5% che determina un valore complessivo compreso fra 5,5 e 6,0 miliardi di euro.
La rilevazione sull’andamento dell’anno nautico conclusosi al 31 agosto 2021, effettuata dall’Ufficio Studi Confindustria Nautica sulla base di un campione significativo di aziende della produzione, registra risultati ampiamente positivi per l’intero settore nautico.
Questi i dati presentati questo pomeriggio al 61° Salone Nautico in occasione della IV edizione di Boating Economic Forecast da Stefano Pagani Isnardi – Ufficio Studi Confindustria Nautica, Marco Fortis – Fondazione Edison – Università Cattolica e Carlo Mescieri – Presidente ASSILEA.
La crescita va molto oltre il rimbalzo post lockdown registrato dall’industria italiana. Determinanti vari fattori, fra cui la crescita molto significativa dell’export della cantieristica che, nell’anno scorrevole al 30 giugno 2021, ha raggiunto il massimo valore storico di 2,8 miliardi di euro, i portafogli ordini dei cantieri italiani di superyacht, che per molti operatori coprono il prossimo triennio, e l’ottima performance dei comparti dell’accessoristica nautica e dei motori marini.
Qualora i dati del quarto trimestre 2021 confermassero la fascia superiore di stima, l’industria italiana della nautica tornerebbe a toccare i livelli massimi di fatturato raggiunti nel biennio 2007/2008.
Relativamente ai dati di consuntivo dell’anno solare 2020, che emergono dalle elaborazioni pubblicate nella nuova edizione del rapporto La Nautica in Cifre LOG, si confermano le precedenti stime di sostanziale tenuta del settore, a fronte delle complessità determinate dalla pandemia.
Il fatturato globale dell’industria nautica si è attestato nel 2020 su 4,66 miliardi di euro, con una crescita pari all’1,36% per il comparto della produzione cantieristica, determinata dalla riapertura anticipata delle attività industriali, ottenuta da Confindustria Nautica grazie all’attività di confronto con il Governo.
La componentistica (accessori nautici e motori marini) ha invece segnato nel 2020 una flessione media dell’8,7%, generata principalmente dagli effetti della chiusura delle attività produttive nei primi mesi di lockdown, derivanti dall’interruzione delle catene di approvvigionamento delle forniture e delle filiere logistiche connesse.
Sempre per il 2020 sono infine da sottolineare due indicatori molto positivi, prodromici all’attuale forte sviluppo del settore: l’incremento del 2,4% degli addetti effettivi, che superano quota 24.000, e l’aumento del peso del contributo al PIL da parte dell’industria nautica, in crescita dal 2,22‰ al 2,37‰, che mostra pertanto una migliore performance rispetto all’economia nazionale.
Nel suo intervento, Carlo Mescieri, Presidente Assilea, Associazione italiana leasing, ha illustrato la riduzione dello stipulato leasing nautico di grandi yacht che, nel periodo gennaio – luglio 2021, ha totalizzato 175 nuovi contratti dal valore di 136 milioni di euro(-57,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Il taglio medio delle operazioni si dimezza e si attesta a 777 mila euro. Si stima che la riduzione, dovuta alla riforma del leasing voluta dalla Commissione Ue, farà perdere 40 milioni di gettito IVA. L’attuale sistema di calcolo dell’imponibile in vigore favorisce la scelta da parte di armatori stranieri di stipulare i contratti di leasing nautico a Malta o in altri paesi extra europei, mentre prima sceglievano l’Italia.
Alla presentazione dei dati è seguita la tavola rotonda “In barca per riaprire le frontiere. Quali scenari per l’export dell’industria dello yachting e per l’incoming del turismo nautico?” aperta dai saluti del Vice Presidente di Confindustria Nautica, Maurizio Balducci e Andrea Benveduti, Assessore allo Sviluppo Economico Regione Liguria.
Carlo Maria Ferro, Presidente Agenzia ICE, ha rimarcato come la nautica sia un settore ampiamente vocato all’export. “Più guardiamo questi numeri e più migliorano. Il punto di forza della nautica è la filiera e la capacità di portare al successo i grandi marchi attraverso tutta la filiera. Nell’area start-up abbiamo invitato 10 start-up specializzate in materiali sostenibili e produzione elettrica. Considerando questi dati così straordinari, lancio qui anche una proposta: perché non offrire incentivi agli esportatori dando loro la possibilità di pagare meno imposte?”
“Il Made in Italy – ha dichiarato Barbara Beltrame Giacomello, Vice Presidente Confindustria Internazionalizzazione – è un asset centrale per il Paese. Le potenzialità dei beni di consumo “belli e ben fatti” valgono 135 miliardi. C’è un grosso potenziale anche da scoprire in Paesi come Cina, Medio Oriente e in India dove nel 2025 avremo tantissimi nuovi ricchi. La sfida futura sarà andare proprio lì”.
Mauro Alfonso, Amministratore Delegato SIMEST ha continuato: “La cantieristica navale e nautica italiana è una delle punte dell’eccellenza del Made in Italy, ma per garantire un ulteriore sviluppo del settore nel nuovo scenario globale è importante che le imprese di tutte le dimensioni, soprattutto le tante PMI specializzate in piccole produzioni di eccellenza, puntino sull’internazionalizzazione e investano in innovazione e sostenibilità”.
Alessandro Mazzoni, Senior Broker & Business Developer Equinoxe International ha invece illustrato le ultime tendenze nel segmento delle vendite e del charter per i grandi yacht, con un particolare focus sulle potenzialità dell’Italia come destinazione nautica internazionale.
Il Prof. Marco Fortis ha tratto le conclusioni: “L’industria italiana della nautica ha avuto una bilancia commerciale di quasi 3 miliardi di dollari, un valore che è il doppio di quello dei Paesi Bassi. Stiamo consolidando su 12 mesi una cifra di esportazioni che è enorme rispetto al passato e anche rispetto ad ogni altro record. E’ un momento magico per le esportazioni italiane ma anche per il valore aggiunto della nostra manifattura.
Sui primi sei mesi dell’anno tra i Paesi dell’euro, l’Italia è quella con la crescita più forte non solo a livello di PIL, dove siamo più o meno alla pari con la Francia, ma soprattutto nella manifattura, con +11% di crescita acquisita nei primi sei mesi dell’anno. Sicuramente Industria 4.0 ha influito, rafforzando il sistema. Questa dinamica a cui stiamo assistendo non è dunque una dinamica di rimbalzo, ma il segno di un rafforzamento strutturale. Questo non vuol dire solo che siamo diventati più competitivi ma che abbiamo anche meno debiti con l’estero. Ci siamo trasformati da debitori verso l’estero in creditori verso l’estero”.
Il nuovo rapporto La Nautica in Cifre LOG è disponibile per il download sul portale lanauticaincifre.it