L'allarme: In 48 anni in laguna si è passati da 12.500 a 100 mila imbarcazioni ma nulla è stato fatto
Un gruppo di 31 associazioni di voga e vela della laguna di Venezia che fin dall’agosto 2019 hanno sentito l’esigenza di unirsi per risolvere i gravi problemi legati al traffico acqueo nella laguna di Venezia.
È stato redatto un documento con analisi e proposte rivolte all’ottava commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, per chiedere che venga emanata al più presto una legge per la gestione del traffico acqueo a Venezia.
“La grave situazione – scrivono – che si sta riproponendo dopo il Covid ha condotto le associazioni di voga, di canottaggio e di vela veneziane unitariamente, seppur nelle loro diverse sensibilità e collocazioni, alla definizione di alcuni parametri da inserire all’interno della nuova legge speciale per Venezia, sia per salvaguardare il diritto di praticare i nostri sport, che per controllare i fenomeni distruttivi che attanagliano la città e la laguna: dal moto ondoso all’inquinamento atmosferico ed acustico fino ai rischi connessi ad un traffico senza regole”. Mentre per tutte le città di terraferma, osservano, sono state emanate leggi per regolamentare gli aspetti legati al traffico, “per Venezia, che vive sull’acqua, non c’è nulla di analogo e le norme nazionali che regolamentano il traffico nautico mal si adattano alla specificità della laguna. L’acqua alta del 12 novembre di 2 anni fa, l’emergenza Covid, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e la nascente “Agenzia per la Laguna di Venezia” devono favorire l’emanazione nel più breve tempo possibile di una legge di gestione del traffico acqueo veneziano, anche per rafforzare la candidatura di Venezia a “Capitale mondiale della Sostenibilità”.
“Due gravi questioni da quasi 50 anni non si vogliono risolvere – prosegue il documento – le emissioni e il moto ondoso. La legge speciale del 1973 aveva previsto che il governo emanasse entro 2 anni norme per determinare le caratteristiche degli organi di propulsione dei natanti e i requisiti per limitare gli inquinanti. Ma in questi 48 anni le imbarcazioni sono passate da 12.500 alle attuali 80-100 mila e nulla è stato fatto». Per quanto riguarda il moto ondoso, sostengono le associazioni, dovrebbero essere introdotti i limiti massimi di altezza d’onda che possono essere prodotti dalle imbarcazioni per impedire effetti devastanti su fondamente, rive, barene e canali. «La mail è stata inviata anche al Consiglio comunale e regionale chiedendo di sollecitare l’emanazione di una legge speciale per la gestione del traffico acqueo in laguna. A supporto delle nostre richieste e per chiedere la riattivazione dei controlli sul moto ondoso, è prevista una manifestazione in Bacino di San Marco sabato 20 novembre“.