I danni provocati dalla distruzione e dallo sfruttamento dell’ecosistema, il ruolo della farmacologia marina, la protezione del mare e delle sue innumerevoli risorse. E’ ruotato intorno a questi temi il convegno “La salute dal mare: le Repubbliche Marinare contro il cancro”, un’iniziativa promossa da CNR-ISMAT, in occasione del Salone Nautico, in collaborazione con l’associazione Settemari. Nato da un’idea di Adriana Albini, ricercatrice e Veneziana dell’anno 2018, l’evento ha l’obiettivo di unire l’amore per la scienza della salute, per Venezia, le antiche tradizioni marinaresche, con il rispetto e la protezione del mare (anche come fonte di salute umana e di nuovi farmaci).
L’appuntamento, a cui ha portato i saluti dell’Amministrazione l’assessore alla Programmazione sanitaria, ha coinvolto le maggiori istituzioni scientifiche e universitarie operanti nelle città delle antiche repubbliche marinare di Venezia, Genova, Pisa e Amalfi, impegnate nella lotta al cancro, nella ricerca farmacologica derivata da organismi marini e nel mantenimento della salute, protezione del mare e delle sue risorse.
Al centro del dibattito il tema della salute del mare e di come sia strettamente connessa a quella dell’uomo. E’ stato sottolineato come metà dei farmaci approvati derivino da prodotti naturali; come molte molecole derivanti da organismi marini siano utilizzate come antinfiammatori o in terapie oncologiche ed è stato posto l’accento sui pericoli derivanti dall’inquinamento ambientale e dall’emergenza dell’aumento delle microplastiche. Un dato su tutti: anche l’uomo ‘mangia’ la plastica. Se ne ingeriscono fino a 2000 minuscoli frammenti per settimana, che corrispondono a circa 5 grammi, l’equivalente in peso di una carta di credito.
I diversi relatori intervenuti nel corso della giornata hanno evidenziato come manchi una cultura del mare e sia necessario promuovere iniziative per salvaguardare la salute degli oceani, assicurando dei percorsi di monitoraggio attraverso dati ed evidenze, e conservare specie, habitat ed ecosistemi marini.
L’appuntamento si è chiuso con un simbolico passaggio del testimone dal vincitore dell’edizione 2018 del premio Veneziano dell’Anno, Adriana Albini, docente di Patologia Generale, veneziana di nascita, e ricercatrice a quelli delle successive edizioni: Gli angeli dell’acqua alta, la nuova generazione del terzo millennio, che si mobilitò immediatamente in soccorso a Venezia devastata e ferita dall’Acqua Granda del 12 novembre 2019, e Jacopo Monticelli, giovane medico infettivologo, scelto per avere intuito per primo nel 2020 la diffusione in Europa del Covid-19.
Al termine del convegno è stata lanciata la proposta di una “Carta di Venezia”, un documento per promuovere le conoscenze sull’ambiente marino, la ricerca e la cura del cancro.