Tra pochi giorni prenderà vita il grande appuntamento del Trofeo Princesa Sofia a Palma, la prima delle grandi classiche, storicamente individuata come l’inizio della stagione. La Squadra Italiana si presenta con molti elementi di valore e giovani in crescita. Un banco di prova per capire a che punto sia il lavoro di preparazione Olimpica. Questo risulta essere un anno chiave per le strategie verso le prossime Olimpiadi di Parigi 2024, che per la vela si svolgeranno a Marsiglia. Facciamo il punto con il Direttore Tecnico Michele Marchesini.
D: Marsiglia, una città così vicina all’Italia: sono tanti gli elementi di vantaggio ma anche delicati gli equilibri da trovare e mantenere.
R: Un campo di regata particolare, non direi vantaggioso ma nemmeno così inadatto alle nostre caratteristiche. Come sempre alle Olimpiadi sarà la capacità di rispondere alle situazioni che porterà a far fruttare tutta la preparazione, il lavoro di anni fatto a monte. La vicinanza è un fattore che potrebbe aumentare le interferenze, ne siamo consci e gestiremo il tutto, preservando il nostro “ambiente Squadra”, certo sarà più delicato che a Tokyo 2020.
D: Le Olimpiadi sono un obiettivo al quale è necessario arrivare preparati: durante questo ciclo Olimpico inusualmente breve – solo tre anni tra Tokyo e Parigi – quali sono state le strategie messe in pratica per individuare i componenti del team italiano?
R: Siamo partiti con la preparazione per Parigi 2024 già prima delle Olimpiadi di Tokyo. Necessariamente, viste le tempistiche e le importanti novità, nuove classi e formati, del programma Olimpico. Il sistema di accessi in squadra dello scorso quadriennio è stato confermato, con griglie sulla base dei risultati a Mondiali e Europei, accanto a strategie espansive sui giovani.
D: Quali sono le aspettative per la squadra nazionale in generale per queste qualifiche Olimpiche?
R: Per Tokyo 2020 abbiamo qualificato sei classi. Partiamo da questo obiettivo, mi pare che poi sia andata abbastanza bene con cinque finali raggiunte… Quello che conta poi davvero non è il numero delle classi che arrivano alle Olimpiadi, ma il livello con cui gli atleti arrivano a partecipare. Questo si riflette tantissimo sull’ambiente in Squadra: in Giappone ho portato un gruppo di atleti e tecnici di alto profilo e tutti avevano un proprio obiettivo di alto profilo. Questo fa la differenza.
D: Quali sono le competizioni di qualificazione in programma e quali sono le aspettative per queste gare?
R: La prima tornata di qualifiche, su base mondiale decisamente la più importante, si terrà ai Campionati del Mondo di quest’anno, a Den Haag in Olanda ad agosto. Poi, tranne che per i due singoli Maschile e Femminile che hanno ancora ticket Olimpici disponibili ai prossimi Mondiali in gennaio, si passa alle allocazioni su base continentale agli Europei 2023 e 2024. Si finisce quindi a ridosso delle Olimpiadi, ad Aprile 2024, con la novità della “Last Chance Regatta”: l’ultima possibilità di staccare il biglietto per Parigi sarà a Hyeres. Il sistema è complesso e le quote sono differenti da classe a classe.
D: Come hai pianificato la preparazione degli atleti per le competizioni di qualificazione?
R: La massima concentrazione è sicuramente sul Mondiale 2023. Si regata sulla Manica, in agosto, Den Haag è un campo di regata che si può dimostrare complesso, aperto a condizioni estreme per quanto riguarda il vento e sicuramente caratterizzato da forti correnti. Il sistema degli slot di allenamento ha limitato molto, riducendole quest’anno a praticamente una sola settimana, le possibilità di testare il campo di regata. Abbiamo comunque identificato già dallo scorso anno località alternative e con caratteristiche utili.
D: Quali sono i punti di forza del team italiano e come possono essere sfruttati per ottenere la qualificazione alle Olimpiadi?
In alcune classi siamo molto veloci e ne facciamo un punto di solidità.
D: Quali sono le principali sfide da affrontare durante le competizioni di qualificazione?
R: Difficile elencare tutte le dinamiche ora, si tratta di preparare e portare in acqua una squadra efficiente ed efficace. Decine di persone, atleti, tecnici, personale di supporto, attrezzature, mezzi e tutto quello che segue da far funzionare al massimo. Servono idee chiare e nervi saldi, prima e durante.
D: Come intendi gestire la pressione e lo stress associati alle competizioni di qualificazione e alle Olimpiadi stesse?
R: Tutta la Squadra deve pensare e rimanere concentrata sempre su quello che sta facendo e sul farlo bene. Affrontare una situazione per volta, sapendo dove si vuole andare, con ogni ingranaggio che svolge la sua funzione. Banale a dirsi, determinante se messo in pratica.
D: Quali sono i piani per la preparazione degli atleti dopo la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024?
R: Dopo Den Haag avremo un quadro chiaro delle reali potenzialità in ciascuna classe e i piani di preparazione saranno differenziati in funzione di queste, con priorità alle classi ed equipaggi con potenziale esplicito da podio Olimpico. Per le altre, faremo ragionamenti differenziati in funzione delle qualifiche ancora da raggiungere per Parigi e anche dei prossimi cicli Olimpici, eventualmente. In linea generale, imposteremo la preparazione dopo agosto con l’obiettivo di tenere il contatto con il contesto internazionale, con i migliori, rimanendo attenti a dove si formeranno (e a promuovere) gruppi di lavoro di alto livello. Abbiamo già le idee abbastanza chiare su cosa fare, quando, dove. E anche su cosa non fare.
D: Come intendi utilizzare l’esperienza delle Olimpiadi precedenti per preparare il team italiano per le Olimpiadi di Parigi 2024?
R: Sarà la mia sesta Olimpiade, l’esperienza sarà d’aiuto e la utilizzeremo tutta, sia la mia che quella delle figure chiave che abbiamo nel team.