Ambrogio Beccaria, in doppio con il francese Kevin Bloch, conquista il PRIMO posto alla Normandy Channel Race, al termine di una regata condotta magistralmente, con un vantaggio sui secondi di 33 minuti.
Alle 6:18 ora locale di questa mattina, dopo 4 giorni 15 ore, 3 minuti e un secondo di regata, “Alla Grande – Pirelli” ha tagliato il traguardo della quattordicesima edizione della Normandy Channel Race in prima posizione. La regata, organizzata da Sirius Events, è riservata agli equipaggi in doppio (Class40). Famosa per essere una competizione dal ritmo serrato ed estremamente tattica nonché complicata a causa delle pericolose correnti, è stata anche quest’anno una prova combattuta fino all’ultimo miglio.
Beccaria, che aveva vinto la Normandy Channel Race l’anno scorso a bordo di “Crédit Mutuel” come co-skipper di Ian Lipinski, bissa il successo, ma stavolta a bordo del suo Class40 “Alla Grande – Pirelli”. Reduce da tanti ottimi secondi posti (Route du Rhum, Rorc Caribbean 600 e Défi Atlantique) Beccaria porta a caso un altro importante successo per la vela italiana.
Dopo una partenza buona, il duo italo-francese si posiziona subito nel gruppo di testa. In vista dell’Isola di Wight “Alla Grande – Pirelli” raggiunge la terza posizione che diventa prima già all’uscita del difficile passaggio del Solent. L’uscita dalla Manica è un gioco complicato di bilanciamento fra correnti che si alternano e intensità di vento, ma Beccaria e Kevin fanno le scelte giuste e a Wolf Rock sono in seconda posizione subito dopo “Team SNEF” del francese Xavier Macaire. Avvicinandosi forse troppo alla costa sventata della Cornovaglia i nostri si ritrovano in diciottesima posizione. A questo punto i due rimontano: sfruttando la successiva rotazione di vento e il posizionamento più a Est i marinai di “Alla Grande – Pirelli” riguadagnano miracolosamente la testa della corsa in pochissime miglia.
“Lì siamo stati bravi”, ha commentato Ambrogio che ha coraggiosamente scommesso sulla rotazione del vento, “perché avevamo un piano che non ci riesce, ma capiamo il perché e rimaniamo coerenti alla nostra strategia cosa che non è facile se all’improvviso perdi venti posizioni. Noi siamo stati calmi e poi… li abbiamo risuperati tutti!”.”
Ambrogio e Kevin hanno quindi raggiunto la costa irlandese a Tuskar Rock sempre in testa, mentre la flotta si è divisa in due: tutti gli inseguitori hanno optato per un bordo al largo, mentre i nostri hanno preferito proseguire sotto costa, arrivando così al Fastnet con ben 10 miglia di vantaggio.
Da lì in poi è cominciata la lunghissima bolina nel Mar Celtico per far ritorno nella Manica: Ambrogio ha subito deciso di mantenersi sopravento in modo da puntare immediatamente la zona a Est della TSS (Traffic Separation Scheme) di Scilly, tenendo il controllo sulla flotta e potendo arrivare con un angolo migliore e in una zona più protetta da vento e correnti.
Dopo aver costeggiato un po’ le coste inglesi “Alla Grande – Pirelli” è tornata al centro, senza praticamente lasciare spiragli agli avversari.
Ambrogio all’arrivo: “Wow, la corsa dello spazio abbiamo fatto! Una regata incredibile. Alla partenza abbiamo avuto subito qualche problema di manovra perché una cima si è incastrata nel rollafiocco del FR0 [vela di prua, nrd] e abbiamo rallentato un po’. Al passaggio dell’Isola di Wight la barca ha cominciato a andare come un treno…li abbiamo passati tutti e abbiamo avuto la conferma che “Alla Grande – Pirelli” è la barca più veloce della flotta. Però ci siamo resi conto che questa è davvero una regata in cui può succedere di tutto, abbiamo visto varie barche ritirarsi alle ultime boe”.
“Oltre alla rimonta della Cornovaglia c’è stato un altro momento clou che è quello che ci ha dato il grande distacco dagli inseguitori ed è stato l’aver sfruttato l’effetto termico del vento nelle baie in Irlanda: siamo andati molto più sotto costa di tutti gli altri e abbiamo avuto così molto più vento e molto più vento favorevole”.
“Il ritorno è stato più un controllo della situazione fino al Fastnet, ma poi l’ultima navigazione nella Manica con le correnti e 35 nodi di vento è stata la parte più’ ‘calda’ della regata, anche perché abbiamo esploso il j2 e ho pensato che la regata fosse finita. Da lì in poi quindi abbiamo dovuto usare con enorme cautela il j1 con una mano. Non è stato facile e avevamo il terrore di spaccare anche quello: ogni volta che sbattevamo su un’onda mandavo tanti baci alla vela perché è stata davvero… un’eroina!”.