Oggi a Trieste la prima esercitazione transnazionale anti-inquinamento nel Nord Adriatico

Si è conclusa oggi alle 13:30 la prima esercitazione transnazionale anti-inquinamento nel mare Adriatico, organizzata dalla Direzione Marittima di Trieste in collaborazione con partner provenienti da Slovenia e Croazia. Tale esercitazione rientra nell’ambito del progetto europeo denominato NAMIRS – Sistema di Risposta agli incidenti in mare nel Nord Adriatico – finalizzato a supportare i tre Stati transfrontalieri nella lotta all’inquinamento marino da idrocarburi tramite la cooperazione e il coordinamento tra gli Stati. Il progetto, coordinato dall’Iniziativa Centro Europea e cofinanziato dall’Unione Europea, prevede lo sviluppo di protocolli condivisi, atti a facilitare le comunicazioni e a rendere efficiente l’intervento congiunto di risorse e mezzi italiani, sloveni e croati in caso di incidenti nel Mar Adriatico Settentrionale che provochino lo sversamento di idrocarburi in mare.

L’esercitazione, partita stamane alle 8:30, è stata coordinata dalla Direzione Marittima di Trieste quale 10° Centro Secondario di Soccorso Marittimo della Guardia Costiera Italiana, partner del progetto, allo scopo di testare lo scambio di informazioni tra Paesi cooperanti, il coordinamento delle operazioni tra le forze intervenute, la prontezza operativa e le capacità tecniche di intervento dei mezzi/risorse partecipanti e l’efficienza dei sistemi di comunicazione. 

Lo scopo principale dell’esercitazione – sottolinea il Direttore Marittimo del Friuli Venezia Giulia, Capitano di Vascello Luciano DEL PRETE – è proprio quello di testare le procedure operative (Standard Operating Procedures – SOPs) redatte per la gestione dei mezzi e delle risorse, censiti nell’ambito del progetto, al fine di realizzare una mutua assistenza tra i tre Stati transfrontalieri atta a contrastare l’inquinamento marino da idrocarburi di grandi proporzioni nel Nord Adriatico”.

All’esercitazione hanno partecipato esperti del settore, osservatori internazionali e varie Autorità competenti in materia dei 3 Paesi partner del progetto, tra cui per l’Italia, l’On. Vannia GAVA, Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e la Dott.ssa Tiziana Chieruzzi della Direzione generale per la protezione della natura e del mare dello stesso Dicastero, oltre alle Autorità locali quali il Prefetto di Trieste – Dr. Pietro Signoriello – e l’Assessore regionale all’ambiente ed energia – Dr. Fabio Scoccimarro -; in molti hanno assistito alle operazioni di contrasto all’inquinamento direttamente da mare, a bordo di nave Gregoretti (CP 920) della Guardia Costiera italiana o su uno dei due rimorchiatori (SPICA e CENTURION) messi a disposizione dalla società Tripmare; altri, invece, hanno partecipato da terra, presso la Sala Operativa della Direzione Marittima di Trieste, dove è stata attivata l’unità di crisi per la gestione dell’emergenza. Lo scenario simulato è stato quello di una collisione tra due navi, di cui una realmente presente (la nave petroliera OCEANIA, alla fonda nella rada del porto di Trieste), e l’altra invece solo simulata (una nave traghetto proveniente da Koper e diretta a Monfalcone). Nella scelta dello scenario si è, infatti, tenuto in debito conto l’accurata analisi del rischio di possibili collisioni in alto Adriatico elaborata nell’ambito del progetto dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) e dall’Università di Lubiana – Facoltà di studi marittimi di Portorose, da cui si evince chiaramente come una delle zone maggiormente a rischio di collisione e conseguente inquinamento nell’Alto Adriatico è situata proprio nel Golfo di Trieste, in corrispondenza del punto di incrocio tra le rotte in uscita-ingresso dai porti di Koper, Trieste e Monfalcone. 

Fase culminante dell’esercitazione è stato l’intervento di un team di esperti, costituito dai Vigili del Fuoco dei 3 Paesi confinanti facenti parte del gruppo NAMIRG (North Adriatic Maritime Incident Response Group), dal personale della Capitaneria di porto specializzato in sicurezza della navigazione e dai tecnici nominati dagli Stati partner, che è stato trasferito a bordo dell’unità sinistrata a mezzo di un elicottero della Guardia Costiera italiana al fine di valutare, in primo luogo, il rischio di incendio a bordo e poi verificare lo stato di galleggiabilità e di sicurezza della nave sinistrata.

L’esercitazione organizzata nel quadro del progetto NAMIRS ha dimostrato ancora una volta come la risorsa marina debba essere considerata un bene comune evidenziando che, in caso di incidenti in mare, data la natura stessa dell’ambiente marino, l’inquinamento non conosce confini. Al contrario, un ingente sversamento di idrocarburi in un’area ridotta e ristretta come quella del bacino dell’Alto Adriatico, potrebbe avere conseguenze disastrose per l’ambiente, intaccando risorse naturali ed economiche dei cittadini indipendentemente dal paese in cui vivono.

La gestione dell’intervento marittimo è un perfetto esempio della necessità di rafforzare la cooperazione e il dialogo, come ricorda il Segretario Generale Roberto Antonione “Temi cardine e attività di cui l’Iniziativa Centro Europea si occupa con continuità dal lontano 1989”. “Auspichiamo – continua Antonione – che la collaborazione che abbiamo contribuito a facilitare grazie al progetto NAMIRS venga ulteriormente rafforzata nel prossimo futuro. Le attività che abbiamo realizzato dimostrano come il coordinamento sia imprescindibile, e vada a beneficio di tutti i Paesi coinvolti e dei loro cittadini. Il Segretariato dell’Iniziativa Centro Europea continuerà in questa direzione, lavorando con i Paesi al fine di stabilire una piattaforma di coordinamento permanente per la protezione del mare Adriatico dalle conseguenze dell’inquinamento, partendo dal Nord fino a coinvolgere l’intero bacino, a salvaguardia dell’Adriatico e delle sue risorse.”

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