Sarà in onda su Sky Arte da martedì 16 luglio alle 21.15 e disponibile sulla piattaforma NOW
Le metamorfosi di un mito sono infinite. Cambia il mondo e cambia il nostro modo di guardarli, i miti. Ma ovunque nel mondo, se si dice Aquarama si pensa a un Riva, l’icona del motoscafo in legno, veloce, seducente, mai banale, con i suoi colori distintivi e il rombo dei due motori. Si annuncia così, con il suono, l’Aquarama, che ha compiuto 60 anni nel 2022, e resta il più iconico in 180 anni di storia. A bordo, le grandi star del cinema anni ’60, da Brigitte Bardot a Sean Connery.
Il documentario racconta la storia di un’azienda, Riva Yacht, che ha saputo evolvere la produzione e la tecnologia, i materiali, i modelli. E le strategie di comunicazione. Riva è qualcosa di più: un laboratorio dove si sperimenta, si immagina, e si progetta il futuro, il proprio e quello del settore di riferimento. La nautica, in questo caso.
Un percorso visionario sembra aver orientato, fin dal 1842, la Riva (“Yacht” verrà dopo). Il fondatore e maestro d’ascia Pietro Riva comincia con un miracolo – rimette in sesto gran parte delle barche dei pescatori del Lago d’Iseo, distrutte da una tempesta. La leggenda e il mito Riva nascono da questa cura e maestria. Negli anni ’20 e ’30, Riva, con i suoi motoscafi da corsa, mette la firma su numerosi record e vittorie in gare nazionali e internazionali. Negli anni ’50 e ’60, Carlo Riva compie il secondo miracolo. È deciso a mettere insieme tre aspetti inconciliabili – produrre barche in legno fatte a mano, artigianali, ma costruite in serie, come nelle più moderne industrie, bellissime e fatte per navigare in mare. Carlo, come molti pionieri dell’Italia del dopoguerra, pensa che produrre significhi inventare, creare cose belle e utili. Anzi, impossibili. Ne verranno poi altre di visioni e metamorfosi, in 180 anni di attività, fino al 2000, quando arriva Ferretti Group.
Il film documentario racconta una storia del Made in Italy, di imprenditori coraggiosi, di territorio – Sarnico, piccolo ma grande per capacità di saper fare – di successi internazionali e di una comunità orgogliosa della propria identità. Insieme all’evoluzione del design, del modo di vivere, del costume e dell’immaginario visivo – la moda, il cinema, la fotografia, il gossip e le celebrities – ma anche delle grandi innovazioni italiane che hanno reso celebre il nostro Paese nel mondo. E, insieme, una straordinaria rivoluzione del costume – la scoperta del piacere, del tempo libero, del viaggio, dell’andar per mare senza meta, del divismo e delle rotte come autostrade del mare. Un lusso sì, ma più accessibile, negli anni successivi ai Riva degli anni ’60.
Al centro del film ci sono i protagonisti di ieri e di oggi del mondo dello yachting e del design: Alberto Galassi, CEO Ferretti Group, Piero Ferrari, Vicepresidente Ferrari, l’ingegner Carlo Riva, il maestro Mimmo Paladino, l’attore Pierfrancesco Favino, i designer come Giorgio Barilani e oggi Mauro Micheli e Sergio Beretta di Officina Italiana Design, Elena Dellapiana, docente del Politecnico di Torino, il giornalista nautico Antonio Vettese. E poi, le maestranze che interpretano le innovazioni degli ingegneri, donne e uomini del R&S di Riva, i cantieri di Sarnico, La Spezia e Ancona. Un invidiabile patrimonio legato alla proprietà intellettuale: il vero capitale dell’impresa.
Il film si sviluppa seguendo diversi piani narrativi, attraverso materiali d’archivi e nuove immagini girate tra i cantieri e il mare. Un racconto corale fatto di linguaggi ed esperienze diverse. Perché la storia personale dei Riva e delle loro barche si intreccia con la storia collettiva, la visione imprenditoriale con quella culturale, capace di dialogare con un doppio linguaggio: quello della manifattura intelligente e quello dell’immaginario.