Manca ormai solo un mese al via della 37a Louis Vuitton America’s Cup.
Tutte le ore di formazione, il lavoro ai simulatori, le teorie del progettista e le capacità e le prodezze del velista saranno in una certa misura messe alla prova. Nessuno vuole una brutta regata e, nonostante i punti della Regata Preliminare non contino ai fini della progressione o dell’eliminazione, tutti guarderanno tutti gli altri per definire l’ordine gerarchico in vista dell’inizio della Louis Vuitton Cup il 29 agosto dove semplicemente non c’è nessun nascondiglio.
Come fan dell’America’s Cup, avremo finalmente le risposte alle nostre domande: chi è veloce e in quali condizioni? Chi riesce a manovrare meglio nella casella di partenza? Quali saranno le velocità massime? Chi ha la capacità di corsa e le competenze per portare la propria piattaforma sulla linea vincente?
In questo momento, così com’è oggi, nessuno lo sa e tutti tirano a indovinare. Vedremo un sacco di sabbia con le squadre che frenano la tecnologia (e la velocità assoluta) per suscitare una sorpresa quando conta davvero – e noi, come spettatori, saremo in grado di riconoscerlo? Queste sono le domande sulla bocca di tutti e le speranze degli appassionati provenienti da Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Svizzera, Italia, America e Francia sono appese ai foil, alle emozioni e alle emozioni della più affascinante Regata Preliminare dei 173 anni di storia dell’America’s Cup.
Ciò che sappiamo per certo è che ogni squadra opererà al massimo livello in questo dato momento della campagna, tutte desiderose di fare scalpi e test di velocità senza sosta. C’è poco tempo per apportare miglioramenti radicali, ma abbastanza tempo per lavorare sui dettagli più fini. Il formato sarà quello di match racing uno contro uno con percorsi delimitati definiti e cancelli di arrotondamento in cui è possibile selezionare il lato del percorso. Le condizioni potrebbero influire sulla classifica generale, con molte barche che hanno uno sweet spot definito dai team di progettazione, mentre altre sono angolate come AC75 per tutte le stagioni, in grado di essere modificate a piacimento. È un enigma di progettazione affascinante e anche i commentatori più esperti dell’America’s Cup, quelli che hanno osservato le barche e gli allenamenti giorno dopo giorno per anni, lo rendono troppo vicino per essere chiamato.