La storia della vela alle Olimpiadi (ed i risultati dell’Italia)

Riportiamo da SportVela un interessante riassunto della storia del nostro sport alle olimpiadi, con relativi risultati della delegazione azzurra

La vela ha fatto parte dei Giochi fin dall’edizione inaugurale di Atene nel 1896, che includeva tre classi nella sezione degli sport acquatici. Tuttavia, le gare vennero annullate e le medaglie non assegnate a causa delle condizioni meteorologiche sfavorevoli. Quattro anni più tardi, durante l’Esposizione Universale di Parigi nel 1900, le regate (considerate “dimostrative”) si svolsero sulla Senna e videro la partecipazione di sei nazioni: Francia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Stati Uniti e Svizzera. Ogni paese aveva la possibilità di iscrivere diverse imbarcazioni e atleti, molti dei quali erano professionisti e concorrevano anche per premi in denaro. Sebbene la vela fosse esclusa dai Giochi della terza Olimpiade di Saint Louis, essa fece ritorno a Londra nel 1908 con gare tenutesi a Ryde sull’Isola di Wight, stabilendo per la prima volta regole chiare e degne dei Giochi Olimpici, incluse le medaglie.

Quattro classi metriche furono in competizione anche ai Giochi di Stoccolma del 1912. Dopo un’interruzione dovuta alla guerra, i Giochi di Anversa del 1920 introdussero nuove classi (ben quindici), che erano poco diffuse e attirarono soltanto quattordici partecipanti, ma segnarono anche l’introduzione del simbolico stendardo olimpico con i cinque anelli.

La partecipazione italiana alla vela nelle Olimpiadi di Parigi nel 1924 è segnata dall’unica barca presente, l’8 metri “Mebi” guidato da Carlo Nasi, terminando al decimo posto.

Le Olimpiadi del 1928 ad Amsterdam vedono 3 classi di barche, con l’aggiunta del Dinghy 12 come singolo. L’Italia partecipa pienamente, ottenendo un quarto posto con l’8 metri S.I. “Bamba” condotto da Francesco Giovannelli, un sesto posto sia con il 6 metri S.I. “Twins” comandato da Giovanni Leone Reggio che nel Dinghy 12 con Tito Nordio. A Los Angeles nel 1932, si introducono 4 classi con l’aggiunta della classe Star. L’unico italiano in gara è Silvio Treleani nel singolo, finendo ottavo.

Berlino 1936, con le gare a Kiel, l’Italia conquista l’oro nell’8 metri S.I. “Italia” con un equipaggio selezionato da Pasquale de Conciliis. Altri risultati includono un quarto posto con il 6 metri “Esperia”, un quinto con la “Jole” nel singolo e un nono nella Star.

Nel 1948 a Londra (Torquay), cinque classi vengono selezionate. Gli italiani si piazzano quarto nel Dragone, quinto nella Star, sesto nella Swallow, ottavo nel 6 metri “Ciocca II” e quattordicesimo nel Firefly. Questi giochi vedono anche la vittoria del danese Paul Elvstrom.

Helsinki 1952 presenta ancora cinque classi e l’esordio del Finn come singolo. L’Italia torna all’oro nella vela con la Star “Merope” di Agostino Straulino e Nicolò Rode. Tra gli altri italiani, settimo posto nel Finn, ottavo nel 6 metri “Ciocca II”, nono nel Dragone e decimo nel 5.5 metri “Mirtala”.

A Melbourne nel 1956, Elvstrom vince il suo terzo oro, mentre Straulino e Rode ottengono l’argento nella Star. L’Italia si classifica quarta nella classe Sharpie, sesta nel Dragone, settima nel Finn e nel 5.5 metri con “Twins VIII”.

Le Olimpiadi di Roma del 1960, ospitate a Napoli per la vela, si chiusero con la delusione dell’Italia per un quarto posto sfuggito a Straulino e Rolandi. Si distinse la nuova classe Flying Dutchmann, mentre Elvstrom conquistava il suo quarto oro. La vela italiana ottenne il bronzo nel Dragone “Venilia” (Antonio Cosentino, Antonio Ciciliano, Giulio De Stefano), l’11° posto con il 5.5 “Voloira” (Pietro Reggio, Marco Novaro, Franco Zucchi), il 12° nel FD (Mario Capio, Tullio Pizzorno) e il 14° nel Finn (Bruno Trani).

Tokyo 1964 vide il 5.5 metri “Grifone” (Agostino Straulino, Bruno Petronio, Massimo Minervini) al quarto posto; il Dragone “Agreste” (Sergio Sorrentino, Annibale Pelaschier, Sergio Furlan) al sesto; il FD (Mario Capio, Marco Sartoril) al decimo e la Star (Luigi Croce, Luigi Saidelli) al quindicesimo.

Acapulco 1968 segnò l’ascesa di Valentin Mankin, sfidante di Elvstrom. L’Italia raccolse due bronzi nella Star (Franco Cavallo, Camillo Gargano) e nel Finn (Fabio Albarelli), con un quinto posto nel 5.5 “Twins XIV” (Giuseppe Zucchinetti, Antonio e Domenico Carratino) e un diciannovesimo nel FD (Carlo Massone, Emanuele Ottonello).

Le Olimpiadi di Monaco 1972 a Kiel introdussero il Soling e il Tempest: Mankin colse un secondo oro, l’Italia ebbe risultati misti. La Star (Flavio Scala, Mauro Testa) si piazzò quinta, l’FD (Carlo Croce, Luciano Zinali) undicesimo, il Finn (Mauro Pelaschier) tredicesimo, il Tempest (Giampiero Dotti, Francesco Sibello) quattordicesimo e il Soling (Giuseppe Milone, Roberto Mottola, Antonio Oliviero) diciannovesimo.

Montreal 1976 a Kingston fu teatro di grandi novità e di un’amara esclusione per la Star. Debuttò la 470 e il Tornado, con un argento di Mankin nel Tempest e un oro nel Finn per Jochen Schumann. L’Italia non salì sul podio, il miglior piazzamento fu un quinto posto nel Tempest (Giuseppe Milone, Roberto Mottola).

I Giochi di Mosca 1980 a Tallinn furono segnati dal boicottaggio e dal terzo oro di Mankin. Nella classe Star, gli italiani Giorgio Gorla e Alfio Peraboni ottennero il bronzo, con prestazioni solo in tre classi e un settimo posto nella 470 (Ernesto Treves, Silvio Necchi).

Los Angeles 1984 vide Russell Coutts vincere nel Finn e gli italiani Gorla e Peraboni conquistare il bronzo nella Star. Altre prestazioni italiane furono il quinto posto nel windsurf (Klaus Maran), nella 470 (Enrico e Tommaso Chieffi), settimo nel FD (Mario e Claudio Celon) e nono nel Soling (Gianluca Lamaro, Valerio Romano, Aurelio Dalla Vecchia).

Seul 1988 a Pusan fu sconvolta da un uragano. L’Italia si classificò quinta nella Star (Gorla e Peraboni), quinta nel Tornado (Giorgio Zuccoli, Luca Santella), sesta nel windsurf (Paco Wirz), settima nella 470 (Sandro e Paolo Montefusco), dodicesima nella 470 femminile (Anna Bacchiega, Nives Monico) e
tredicesima nel Soling (Lamaro, Dalla Vecchia, Romano).

Nel 1992, a Barcellona, la squadra italiana di vela non è riuscita a conquistare medaglie. Alessandra Sensini si è classificata settima nel windsurf alla sua prima Olimpiade; settimo posto anche per il 470 femminile di Maria Quarra e Anna Barabino; ottavo per Arianna Bogatec nell’Europa; undicesimo per il 470 maschile di Sandro e Paolo Montefusco; quattordicesimo per Emanuele Vaccari nel Finn; sedicesimo per Roberto Benamati e Mario Salani nella Star e per Riccardo Giordano nel windsurf maschile; diciassettesimo per Giorgio Zuccoli e Angelo Glisoni nel Tornado; ventunesimo per Luca Santella e Flavio Grassi nel FD.

Ad Atlanta nel 1996, con un numero maggiore di partecipanti, l’Italia torna a vincere una medaglia grazie al bronzo di Alessandra Sensini nel windsurf, ora nella nuova classe Mistral; quinto posto per il Tornado di Walter e Marco Pirinoli; sesto per la Star di Enrico Chieffi e Roberto Sinibaldi e per Luca Devoti nel Finn; settimo per il 470 femminile di Federica Salvà e Emanuela Sossi; decimo per il Soling di Mario e Claudio Celon e Gianni Torboli; dodicesimo nella nuova classe Laser di Francesco Bruni e nell’Europa di Arianna Bogatec; sedicesimo per il 470 maschile di Matteo e Michele Ivaldi; trentaseiesimo per Andrea Zinali nel windsurf maschile.

L’Olimpiade di Sydney nel 2000 si distingue per essere stata la prima con un limite di 400 atleti per le regate e per aver segnato il miglior risultato nella storia della vela italiana ai Giochi, con l’oro di Alessandra Sensini nel windsurf e l’argento di Luca Devoti nel Finn. Settimo posto per il 470 femminile di
Federica Salvà ed Emanuela Sossi; ottavo per Diego Negri nel Laser e per Larissa Nevierov nell’Europa; decimo per la Star di Pietro D’Alì e Ferdinando Colaninno; undicesimo nella nuova classe acrobatica 49er di Francesco e Gabriele Bruni; quattordicesimo per il Soling di Nicola Celon, Daniele De Luca e Michele Paoletti e per il Tornado di Lorenzo e Marco Bodini; diciassettesimo nel windsurf maschile di Riccardo Giordano; diciannovesimo nel 470 maschile di Matteo e Michele Ivaldi.

Atene 2004 segna il ritorno dei Giochi nella loro città natale. L’Italia, una delle sette nazioni presenti in tutte e undici le classi, conquista una medaglia di bronzo con Alessandra Sensini, l’unica atleta italiana a salire per tre volte sul podio olimpico. La classe Star con Francesco Bruni e Antar Vigna si classifica
settima; decimo posto nel Tornado per Francesco Marcolini e Edoardo Bianchi, e nel 470 maschile per Gabrio Zandonà e Andrea Trani; tredicesimo posto nel Laser per Diego Negri; quattordicesimo posto sia nel 49er per Pietro e Gianfranco Sibello che nell’Yngling, la nuova classe femminile a chiglia per tre persone, per Giulia Conti, Alessandra Marenzi e Angela Baroni; sedicesimo posto nell’Europa per Larissa Nevierov; ventesimo posto nel 470 femminile per Elisabetta Saccheggiani e Miriam Cutolo; ventiquattresimo posto nel windsurf maschile per Riccardo Giordano; venticinquesimo posto nel Finn per
Michele Marchesini. Il velista brasiliano Torben Grael vince la sua quinta medaglia olimpica, stabilendo un nuovo record storico.

Nel novembre 2004, il Consiglio dell’ISAF determina le nuove classi per le Olimpiadi di Pechino 2008, decidendo di escludere le classi Europa e Mistral a favore del Laser Radial e del Neil Pryde RS-X. Di conseguenza, le undici categorie diventano: Star maschile, Yngling femminile, Tornado maschile, 49er maschile, 470 maschile e femminile, Finn maschile, Laser maschile e femminile, Neil Pryde RS-X maschile e femminile.

Le regate a Qingdao per le Olimpiadi di Pechino 2008 restano nella memoria per l’incredibile operazione degli organizzatori che in una settimana liberano il campo di regata da un’invasione di alghe che altrimenti avrebbero impedito lo svolgimento delle competizioni. Le Olimpiadi di Pechino regalano alla vela italiana altre due medaglie: un argento per Alessandra Sensini nel windsurf, rendendola l’atleta italiana con il maggior numero di medaglie nella storia olimpica della vela femminile, e un bronzo per Diego Romero nel Laser, l’atleta di origine argentina che sorprende tutti con una straordinaria Medal Race che gli consente di salire sul podio proprio nel giorno del settantesimo compleanno del leggendario allenatore Valentin Mankin. Una nota di amarezza viene dal 49er, dove Pietro e Gianfranco Sibello, nonostante una prestazione straordinaria, finiscono quarti a pari punti con i terzi classificati. La loro regata è stata funestata da un incidente drammatico: il disalberamento della barca dei danesi in testa alla classifica prima della Medal Race, che sono però riusciti a rientrare in gara con l’imbarcazione di un’altra squadra, riuscendo a concludere la gara appena in tempo. Nonostante le proteste della squadra italiana presso la Giuria e anche al Tribunale Arbitrale dello Sport, non si è ottenuto un risultato positivo e il desiderio di medaglia dei fratelli Sibello rimane inespresso.

Per quanto riguarda le altre classi a Qingdao, Giulia Conti e Giovanna Micol si sono classificate quinte nel 470 femminile; Gabrio Zandonà e Andrea Trani sesti nel 470 maschile; Francesco Marcolini e Edoardo Bianchi settimi nel Tornado; Diego Negri e Luigi Viale decimi nella Star; Giorgio Poggi undicesimo nel Finn; e il team Yngling composto da Chiara Calligaris, Francesca Scognamillo e Giulia Pignolo ha ottenuto il quindicesimo posto. Nel Laser Radial, Larissa Nevierov si è piazzata diciannovesima, mentre Fabian Heidegger ha chiuso ventesimo nel RS:X maschile.

A Weymouth, per le Olimpiadi di Londra 2012, con condizioni meteo ventose e umide, l’Elliott 6 ha fatto il suo debutto nel match racing femminile, sostituendo l’Yngling, mentre il catamarano è stato rimosso. Questa edizione ha visto il trionfo degli atleti australiani (3 ori) e spagnoli (2 ori), mentre i padroni di casa britannici hanno ottenuto 1 oro e 4 argenti. L’Italia, dopo tre edizioni consecutive con medaglie, non è salita sul podio. Alessandra Sensini ha partecipato alla sua sesta e ultima Olimpiade, classificandosi nona nel windsurf (RSX W). Gabrio Zandonà e Pietro Zucchetti (470 M) hanno sfiorato il podio, finendo quarti. Giulia Conti e Giovanna Micol (470 W) si sono piazzate di nuovo quinte. Seguono Giuseppe Angilella e Gianfranco Sibello (49er) al nono posto, Francesca Clapcich (Laser Radial) al diciannovesimo, Filippo Baldassari (Finn) al ventiduesimo, Federico Esposito (RSX M) al trentaquattresimo e Michele Regolo (Laser Standard) al trentacinquesimo. L’Italia non ha avuto equipaggi né nella Star né nell’Elliott 6.

Per le Olimpiadi di Rio 2016, le barche a chiglia sono state escluse dal programma olimpico di vela, quindi non c’erano né la Star né il match race femminile. Tuttavia, il multiscafo Nacra 17 è stato introdotto. La Gran Bretagna e l’Olanda hanno vinto due ori ciascuno, mentre l’Italia è stata nuovamente esclusa dal medagliere per la seconda edizione consecutiva dei Giochi. La delusione per l’Italia è stata accentuata dalle medaglie sfumate nelle Medal Race del windsurf femminile (RSX W) con Flavia Tartaglini che ha concluso sesta, e nel Nacra 17 con Vittorio Bissaro e Silvia Sicouri, finiti quinti. Anche Giulia Conti e Francesca Clapcich (49er FX), nonostante fossero tra le favorite, si sono classificate quinte. Tra gli altri atleti italiani, Mattia Camboni (RSX M) ha concluso decimo, Francesco Marrai (Laser Standard) dodicesimo, Giorgio Poggi (Finn) diciottesimo, Ruggero Tita e Pietro Zucchetti (49er) quattordicesimi, Silvia Zennaro (Laser Radial) ventiduesima e Elena Berta, che ha sostituito all’ultimo momento Roberta Caputo, e Alice Sinno (470 W) si sono piazzate diciannovesime. Non ci sono stati equipaggi italiani nel 470 maschile.

Alle Olimpiadi di Tokyo 2020, a distanza di tredici anni dall’argento di Alessandra Sensini, l’Italia sale di nuovo sul podio olimpico grazie all’oro conquistato da Ruggero Tita e Caterina Banti nella classe Nacra 17, dove hanno dominato. La delegazione italiana era composta da nove atleti, partecipanti nelle classi 470 femminile e maschile, ILCA 6 (precedentemente nota come classe Laser Femminile), Nacra 17, RS:X femminile e RS:X maschile. La Gran Bretagna ha dominato il medagliere finale con cinque medaglie, di cui tre d’oro, seguita da Australia e Paesi Bassi. L’Italia si è posizionata al quinto posto in questa speciale classifica olimpica. Per quanto riguarda i risultati specifici degli atleti italiani: Elena Berta e Bianca Caruso nel 470 femminile si sono classificate tredicesime; Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò nel 470 maschile hanno terminato al sesto posto; Silvia Zennaro in ILCA 6 ha concluso settima; Ruggero Tita e Caterina Banti hanno vinto l’oro olimpico; Marta Maggetti nell’RS:X femminile ha ottenuto un eccellente quarto posto; Mattia Camboni nell’RS:X maschile si è piazzato quinto.

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