Non è la prima volta che i Cantieri Navali di La Spezia (www.cnlaspezia.com), fondati nel 1966 e oggi guidati dal 30enne Marco Agnese, ospitano importanti imbarcazioni storiche a vela della Marina Militare, come è successo già in passato per Stella Polare del 1965, Chaplin del 1974 e Artica II del 1956. Stavolta le maestranze sono state incaricate di intervenire su Tarantella, entrata ufficialmente a fare parte del naviglio della Marina dal mese di dicembre 2023, momento in cui Peter Schmidt, l’ex armatore tedesco, ne ha fatto dono alla Forza Armata. Tarantella, progetto numero 1961 del famoso studio di progettazione newyorchese Sparkman & Stephens, è stata costruita a corsi unici di fasciame longitudinale di mogano dal cantiere romagnolo Carlini di Rimini e varata nel 1969. Lunga 16,70 metri e larga 4,44 metri, è armata a sloop bermudiano in testa d’albero, con la timoneria a ruota, un pescaggio di 2,53 metri e un dislocamento pari a 20 tonnellate.
Successivamente al varo Tarantella prese parte a una Transadriatica e nel 1971 partecipò alla famosa regata del Fastnet, in Inghilterra. Tra i successi in regata conseguiti in passato le vittorie nel 1970 e 1972 al Campionato del Mediterraneo nella 1^ Classe RORC, alla Giraglia del 1975 e alla Coppa del Re del 1991. Ha navigato principalmente in Mar Tirreno, Francia e Spagna, è stata associata all’AIVE (Associazione Italiana Vele d’Epoca) e partecipato a numerose competizioni con al timone anche il velaio-velista Beppe Zaoli, autore delle vele. Fino al 2013 ha fatto base presso lo Yacht Club Italiano di Genova e nei primi anni Duemila il Cantiere Navale Pasqui di Villefranche-sur-Mer ha rifatto il ponte di coperta. A gennaio 2024, dopo il passaggio di consegne alla Marina Militare, ha lasciato il porto di La Valletta a Malta, dove ha stazionato nel corso dell’ultimo decennio, per una navigazione di 600 miglia fino all’Accademia Navale di Livorno. Qui è entrata a far parte delle imbarcazioni della Sezione Velica di Livorno, aggiungendosi alle altre classiche Chaplin e Gemini.
Dopo l’ingresso in cantiere si è provveduto al distacco del bulbo in piombo di Tarantella e al risanamento di alcune marciscenze locali. Poi è iniziata l’operazione di sostituzione di circa 60 metri lineari delle tavole di fasciame, di spessore variabile tra 30 e 40 millimetri, accostate, incollate e saldamente avvitate sulle ordinate in lamellare di rovere. Il bulbo verrà riposizionato con 12 nuovi perni in acciaio del diametro di 35 millimetri, ognuno dotato di una “tasca” laterale per la successiva colatura del piombo fuso, poi sigillato alla chgilia con prodotti siliconici strutturali. Per gli interventi di ebanisteria sono stati coinvolti i maestri d’ascia Michele e Andrea Balistreri della Spezia, padre e figlio, già autori di numerosi interventi di refitting a bordo di imbarcazioni in legno. Supervisore delle attività è il lunigianese Moreno Cantinotti, direttore operativo dei Cantieri Navali di La Spezia. Il ritorno alle competizioni di Tarantella avviene in occasione di un importante anniversario. Nel 2025 si celebrano infatti i 90 anni dello Sport Velico della Marina Militare (SVMM), la struttura che, attraverso 13 Sezioni Veliche sparse in tutta Italia, gestisce e coordina l’attività formativa e regatistica del personale militare.
Oggi sono ben 15 gli scafi in legno, varati tra il 1858 e il 1983, che compongono la flotta storica di imbarcazioni della Marina Militare. Tarantella, ultima arrivata, è la sesta barca donata da armatori privati. Le più grandi e conosciute navi a vela sono invece costruite in acciaio, a partire dal veliero Amerigo Vespucci del 1931 (101 metri), la nave goletta Palinuro del 1934 (69 metri) e il brigantino goletta Nave Italia del 1993 (61 metri). Il primato di unità a vela più antica spetta al cutter aurico Sorella del 1858, donato nel 2022 dall’imprenditore padovano Renato Pirota alla Marina Militare e oggi impiegato per l’addestramento degli allievi della Scuola Navale Militare Francesco Morosini di Venezia.