Nei giorni scorsi, per la prima volta, il Comando Generale delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera ha autorizzato l’impiego di batterie in sostituzione dei tradizionali generatori diesel su un’unità navale battente bandiera italiana. Questo passo segna un’importante evoluzione nella sicurezza della navigazione, ambito di competenza della Guardia Costiera.
L’iniziativa si inserisce nell’impegno per rendere il trasporto marittimo sempre più sostenibile, garantendo che le navi alimentate a batteria mantengano standard di sicurezza pari a quelli delle unità con sistemi energetici convenzionali. Per raggiungere questo obiettivo, la Guardia Costiera sta collaborando con gli Organismi riconosciuti, i cantieri navali e gli armatori per sviluppare istruzioni tecniche dettagliate, utili a tutte le unità nazionali interessate all’adozione di tecnologie a zero emissioni e combustibili alternativi, incluse le batterie.
L’elaborazione di linee guida chiare e precise permetterà di snellire le procedure burocratiche e velocizzare le autorizzazioni, con vantaggi sia per gli operatori del settore sia per l’Amministrazione di bandiera.
Il trasporto marittimo, elemento chiave del sistema globale dei trasporti, opera in un contesto di forte competizione. Garantire condizioni di equità tra gli operatori e promuovere la sostenibilità ambientale rappresentano priorità strategiche, in linea con gli impegni internazionali, per favorire la transizione verso fonti energetiche a basso impatto ambientale.
L’autorizzazione rilasciata, destinata a essere applicata in futuro anche ad altre navi, è stata concessa secondo il principio di “equivalenza”, come previsto dalla Convenzione SOLAS e dalla Direttiva 2009/45/EC, assicurando il rispetto dei requisiti di sicurezza, in particolare per la prevenzione degli incendi. Poiché attualmente non esistono normative internazionali o comunitarie specifiche per l’uso delle batterie nel settore marittimo, la Guardia Costiera italiana ha adottato un approccio basato sulla valutazione del rischio, seguendo le linee guida dell’European Maritime Safety Agency (EMSA), sviluppate in collaborazione con gli Stati membri più avanzati in materia, tra cui l’Italia stessa.